Politica

«Il Salone del Mobile tra business e cultura fa gola a tutto il mondo»

In Fiera 386mila visitatori provenienti da 181 paesi. «Bilancio molto positivo»

Serena Coppetti

«Abbiamo iniziato con l'ingegno di Leonardo e finiamo con tutti gli imprenditori contenti perché hanno avuto un grande Salone, per qualità di visitatori ed espositori». E se anche «l'uomo più ricco dell'Asia per la prima volta viene al Salone» non può che sorridere il presidente Claudio Luti mentre commenta la chiusura della manifestazione che in 6 giorni invade non solo la fiera alle porte di Milano, ma tutta la città di idee, persone, eventi. E ovviamente, business. Sono stati 386.236 i visitatori provenienti da 181 paesi con un incremento del 12% rispetto all'edizione 2017, la stessa con Euroluce e Workplace3.0. Non sono i numeri da record dello scorso anno (435mila e spiccioli) con Cucina e Bagno che però attirano di più. Ma i conti tornano. E non solo quelli. Quest'anno c'è stato un legame ancora più forte con Milano e le sue istituzioni. L'inaugurazione alla Scala, la festa di chiusura a Palazzo Marino, il nuovo Museo del design alla Triennale. È un «sistema» che si è rafforzato. Un «sistema-Milano» che funziona e che piace. «Abbiamo cercato di unire il business alla cultura - fa notare Luti - Tra qualche anno Milano avrà il più importante museo del design al mondo. Siamo la capitale della creatività. E riuscire a parlare con il ministro della Cultura, il sindaco di Milano, il governatore della Regione... riuscire a mettere d'accordo, non sicuramente sulla politica, ma su questo progetto è fantastico. Quando in Italia riusiamo a fare le cose assieme, siamo una forza riconosciuta da tutto il mondo».

E infatti il marchio fa gola a tutte le latitudini. «Sono accerchiato da richieste di liaison con il Salone del Mobile», racconta. Il Salone, chiusi battenti a Milano, porterà le aziende a Mosca e dopo a Shanghai. «Abbiamo tante proposte perché è un vanto potersi legare al nostro marchio. Ma questi due appuntamenti resteranno quest'anno unici. Sono molto importanti perché hanno grandi mercati e ci servono per migliorare le relazioni. Ma non vogliamo fare un'altra Milano a Mosca o Shangahi. Milano deve essere al centro».

E la strada è quella tracciata: innovazione, artigianato creatività. «Questa è la nostra forza - mette l'accento Luti - poi se domani possiamo essere aiutati dalla politica, dai finanziamenti, dal riconoscimento degli sforzi ben venga. E anche l'aiuto per la difesa della proprietà intellettuale dalle copie in giro per il mondo. Ma noi non possiamo fermarci». È il bello delle nostre aiznde, fa capire Luti.

Gli fa eco Emanuele Orsini, presidente di Federlegno. «È un successo globale ottenuto grazie anche al deciso e convinto supporto delle istituzioni, tra cui quello di ICE che ha riconosciuto nel Salone del Mobile.

Milano un player fondamentale per lo sviluppo del made in Italy nel mondo, e di Confindustria che, per la prima volta nella sua storia, ha organizzato il Consiglio Generale all'interno della manifestazione, sottolineando la necessità di portare avanti un vero dialogo con la politica per supportare e rafforzare le imprese che rappresentano uno dei fiori all'occhiello dell'economia nazionale».

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