Politica

Salta il quorum, uno su 3 contro Renzi

Affluenza al 32,1%: sono 16 milioni gli elettori che hanno respinto l'invito del premier all'astensione

Anna Maria Greco

Roma Il mare chiama, l'affluenza è bassa e il quorum lontano. Al referendum abrogativo sulle trivelle va a votare un italiano su 3, circa 16 milioni, ma si è ben lontani dal 50 per cento più uno dei votanti.

I dati definitivi arrivano dal Viminale dopo la chiusura dei seggi alle 23 e il risultato è chiaro: si ferma al 32,1% per cento la partecipazione al voto, anche se i sì sfiorano l'80 per cento. Pesa l'invito all'astensione del premier Matteo Renzi e non solo, pesano le difficoltà del quesito e della materia, magari anche la tempestiva inchiesta di Potenza. Pesa la bella giornata, soprattutto al sud, quanto la disaffezione verso la politica e la mancanza di schieramenti chiari sul tema. I promotori, però, si dicono soddisfatti, per il «segnale politico» uscito dalle urne.

Per la prima volta nella storia d'Italia un referendum è stato promosso non direttamente dai cittadini ma da 9 Regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto. Alcune sono in cima alla lista dell'affluenza. La Basilicata è l'unica dove si supera il quorum, la Puglia arriva al 42 per cento, il Veneto al 38, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna e Valle d'Aosta superano il 34.

Quanto alle 4 grandi città italiane, a Torino si arriva al 36 per cento dei votanti, a Milano al 33, a Roma al 32, a Napoli al 26. Nel paese di residenza del premier astensionista, Pontassieve (Firenze), a 4 ore dalla chiusura dei seggi i votanti sono più di quelli registrati nella media italiana e in quella della Toscana (22,73 per cento), toccano cioè il 25,7. Si scopre che in Umbria ha diligentemente votato a Città di Castello anche la signora Luisa Zappitelli, 104 anni. A Potenza prima delle 21 si supera il 50 per cento dei votanti e poi si arriverà al 58. Nelle isole Tremiti già alle 19 era entrata nei seggi la metà degli elettori. Su base nazionale, però, il richiamo alle urne rivolto agli 8 mila comuni italiani rimane in gran parte inascoltato. Quanto agli italiani all'estero, per la Farnesina il 19,81 per cento ha partecipato al voto.

In una giornata di polemiche, soprattutto tra i dem, di tweet e proteste, anche con qualche violazione del silenzio imposto dalla legge, gli ambientalisti pro-referendum spronano fino all'ultimo ad andare ai seggi, al grido: «Il quorum è possibile!». La speranza dopo le 23 si scontra con un risultato inferiore alle aspettative. Ma già sui dati parziali uno dei principali sponsor, il presidente della Puglia Michele Emiliano si dice soddisfatto. «Abbiamo già superato la soglia che consideravamo necessaria per poter parlare di un successo, quella dei 10 milioni di elettori, che avevo indicato come linea minima del risultato». Sottolinea che sono gli stessi voti presi dal Pd nel suo più grande risultato elettorale, le europee di 2 anni fa. «Il governo - dice - dovrà inevitabilmente tenerne conto». Quando i partecipanti arrivano a 14 milioni, Emiliano parla di «successo strepitoso». Stessa linea del Comitato No Triv: «Alle 19 sono andate a votare quasi 12 milioni di persone ed è un risultato straordinario su un tema così difficile e con poco tempo concesso per far dibattere il Paese».

Peccato, che dovessero essere oltre 25 milioni, per raggiungere il quorum.

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