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Salvini commissaria il governo eliminati Conte, Di Maio e Tria

Riceve le categorie produttive al Viminale. E impone la linea sulle pensioni: «Bloccare solo quelle extra-ricche»

Salvini commissaria il governo eliminati Conte, Di Maio e Tria

Matteo Salvini mette il cappello sul tentativo di riavviare il dialogo concertativo con il mondo delle imprese e spiazza, almeno per un giorno, il suo omologo Luigi Di Maio, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Il caffè di mezzogiorno in compagnia di quindici sigle rappresentative di tutte le parti datoriali (da Confindustria a Confcommercio, dall'Alleanza delle cooperative a Confartigianato e Confapi) e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha di fatto posto il Viminale inusualmente al centro dell'interlocuzione con le categorie produttive in vista dell'inserimento nella manovra dei provvedimenti più qualificanti.

È stato un incontro simbolico e di certo non risolutivo, ma per la prima volta dall'insediamento un esponente del governo giallo-verde, non a caso di centrodestra, ha aperto le porte del Palazzo alle associazioni. I dossier restano aperti ma, come detto, Di Maio e Conte, che pure avevano cercato una legittimazione, per un giorno sono stati costretti a inseguire. Sono state «due ore positive con imprenditori e associazioni di categoria, incontro concreto, proficuo: inizia un percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese», ha detto Salvini assumendo su di sé il ruolo di kingmaker. Di fatto, il vicepremier si è incaricato di due questioni che stanno a cuore agli imprenditori: le infrastrutture con la Tav in primis (le 15 sigle avevano partecipato alla manifestazione di Torino) e l'impegno a dialogare con l'Europa per evitare la procedura d'infrazione.

«Per la prima volta il governo ci ha ascoltati, ora aspettiamo i fatti», ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. La recessione «è possibile e leggiamo in chiave positiva il fatto che il governo ne sia consapevole e ascolti le ragioni dello sviluppo e della crescita», ha aggiunto auspicando che non si entri in procedura» perché «potrebbe comportare effetti negativi come un rientro forzato del debito». «L'Italia ha bisogno di più crescita, più occupazione e, dunque, di più investimenti che vanno progressivamente riportati al livello pre-crisi del 3% del Pil», ha ribadito il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, mentre il numero uno di Confartigianato Giorgio Merletti ha chiesto che «non si vada a cozzare contro l'Ue». «Non possiamo impiegare 20 anni per concludere un'opera pubblica», ha chiosato il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, sottolineando l'importanza di «impegnare le imprese» nel percorso del reddito di cittadinanza.

Non è un caso che Matteo Salvini ieri a In mezz'ora abbia risposto alle sollecitazioni. «Non vogliamo uscire da niente, ma stare dentro l'Ue e cambiarne le regole», ha affermato ribadendo di essere «favorevole a nuove opere e nuove infrastrutture da Nord a Sud» inclusa la Tav. Poi, s'è spinto più in là sul tema pensioni d'oro. «Secondo me, si può bloccare l'adeguamento delle pensioni extra-ricche sopra i 5mila euro», ha concluso.

Ora la palla torna nel campo di Di Maio che domani incontrerà la filiera automotive sul tema ecotassa squadernando, come sabato sul Sole, le misure pro-imprese della manovra.

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