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Salvini difende Giorgetti: "Quello che fa Giancarlo io lo condivido in pieno"

Il ministro Salvini si schiera dalla parte del sottosegretario Giorgetti finito al centro delle polemiche per aver assunto il figlio dell'imprenditore Arata

Salvini difende Giorgetti: "Quello che fa Giancarlo io lo condivido in pieno"

L'indagine su Armando Siri agita e non poco la Lega. In questa storia però da ieri c'è un nuovo elemento: il figlio dell'imprenditore Arata indagato per una presunta mazzetta da 30mila euro, lavora a Palazzo Chigi e sarebbe stato assunto da Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Un caso nel caso che però non sposta di un millimetro la fidicia di Salvini in Giorgetti. E come riporta il Corriere, il parere di Salvini sulla vicenda è abbastanza chiaro: "Condivido tutto quello che fa Giancarlo e conosco Federico Arata, ragazzo in gamba, onesto e gran lavoratore". Un po' lo stesso pensiero espresso già nella serata di ieri da tutta la Lega: "Federico Arata è persona preparata, alleghiamo curriculum...". Ma la calma e la serenità di casa Lega di certo non spegne le tensioni e i bollori della maggioranza gialloverde sempre più schiacciata sotto il peso di risse verbali e accuse tra gli esponenti dei due partiti. Di Maio ieri ha cercato di mettere all'angolo il suo principale alleato di governo: "Oggi la Lega minaccia di far cadere il governo. Sembra che ci siano addirittura contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Lo trovo gravissimo".

Il ministro degli interni ha immediatamente zittito il vicepremier dei Cinque Stelle con parole molto chiare: "Non vorrei che nei Cinque Stelle qualcuno avesse voglia di far saltare tutto e magari andare a governare con la sinistra... Buon Venerdì Santo di pace a tutti". Insomma uno scambio di accuse forti che poi ha raggiunto il picco con le scintille tra la Raggi e Salvini sul "salva Roma". Il leghista ha chiuso le porte ad ogni intervento per a Capitale. Da quel momento la frattura tra M5s e Lega è diventata quasi ufficiale. Lo scontro da qui alle Europee potrebbe accendersi ancora di più anche per ragioni elettorali. Ma il gioco della guerra nella maggioranza potrebbe indebolire la tenuta dell'esecutivo e di fatto avere esiti imprevedibili come ad esempio lo scenario di un ritorno alle urne già ad ottobre..

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