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Salvini e Meloni rilanciano: primarie e subito alle urne

Lega e FdI insistono: l'Italicum si può cambiare subito Contatti con Berlusconi, presto un vertice a tre

Salvini e Meloni rilanciano: primarie e subito alle urne

La parola d'ordine è sempre la stessa: «Al voto», prima possibile ed evitando soluzioni che puntino solo a tirare a campare. Matteo Salvini e Giorgia Meloni si schierano sulla stessa barricata. In queste ore calde i contatti telefonici tra i due leader non sono mancati, così come sono continui quelli con Giovanni Toti, considerato l'interlocutore naturale dentro Forza Italia. Ieri, però, il leader del Carroccio si è sentito telefonicamente anche con Silvio Berlusconi e presto potrebbe andare in scena un vertice a tre, probabilmente a Roma.

Il ragionamento diffuso all'interno dei due partiti è che non servono tempi biblici per fare quelle modifiche all'Italicum necessarie ad adattare la legge elettorale al redivivo Senato elettivo e far decadere il ricorso del procuratore di Messina alla Consulta, centrato ad esempio sui capilista nominati. «Innanzitutto le modifiche sono tutta materia parlamentare e in ogni caso se c'è la volontà si possono fare entro dicembre e si può andare a votare il 5 marzo. Se non vogliono percorrere questa strada, che è la più lineare, dovranno spiegare agli italiani perché vogliono tirarla per le lunghe». Posizioni praticamente in fotocopia anche sulla questione primarie. Salvini accelera e tira dritto per la sua strada: «Le primarie vanno fatte il prima possibile, anche a gennaio, perché la gente vuole decidere ed è sacrosanto che decidano gli italiani». Dello stesso avviso la Meloni: «Organizzeremo le primarie della nostra metà campo per individuare il portabandiera più credibile e poi andremo al voto». Una linea condivisa anche da Raffaele Fitto. C'è, però, la questione della messa in sicurezza della manovra a far discutere: «Renzi lascia un Paese in ginocchio con una manovra economica-elettorale con miliardi di euro che non esistono. Unicamente nel merito dei numeri e dell'utilità del Paese siamo disponibili a ragionare con chiunque per tappare i buchi», dice Salvini.

Il timore tra i cosiddetti trumpisti o sovranisti del centrodestra è che Berlusconi possa giocare a logorare gli altri competitor della coalizione e intestarsi una partita in proprio. «Speriamo non si infili in un vicolo cieco», sussurrano dal Carroccio. Oggi Salvini riunirà i gruppi parlamentari e la vecchia guardia gli chiederà di cercare un accordo con Forza Italia sulla legge elettorale per andare poi al voto. I due leader di Lega e Fdi intendono accelerare sulle primarie. L'iniziativa di Salvini al Politeama di Palermo il 17 dicembre viene interpretata come il battesimo della cosiddetta «Lega Italia» e il primo rilancio sul tema della competizione interna per la futura leadership. Contemporaneamente Fitto terrà un'iniziativa a Roma. Berlusconi sulle primarie mantiene intatte le sue perplessità. Il ragionamento è sempre lo stesso: se si sceglie il proporzionale è inutile puntare sulle primarie, inoltre i tempi sono stretti e si rischia un pasticcio.

Non è escluso, però, che il dialogo in corso tra Berlusconi e Salvini possa riavvicinare le parti.

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