Politica

Salvini guarda ai cattolici Basta «genitore 1 e 2»: tornano madre e padre

Il ministro fa modificare i moduli del Viminale e attacca le nozze gay. M5s: messaggio pericoloso

Matteo Salvini lancia l'Opa sui cattolici e apre un fronte di guerra con l'ala ortodossa (e di sinistra) dell'alleato grillino. Il ministro dell'Interno sceglie La Nuova Bussola Quotidiana, giornale on line seguito dei cattolici, per annunciare il ritorno sui documenti della dicitura madre e padre: «Mi è stato segnalato che sul sito del ministero dell'Interno, sui moduli per la carta d'identità elettronica c'erano genitore 1 e genitore 2. «Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione madre e padre. È un piccolo segnale ma farò tutto quello che è possibile e che è previsto dalla Costituzione. Difenderemo la famiglia naturale fondata sull'unione tra un uomo e una donna» annuncia Salvini.

È una mossa con cui il leader del Carroccio prova a riconciliarsi con il mondo cattolico, dopo i contrasti delle ultime settimane per le politiche sull'immigrazione. Ma è anche la carta che il ministro dell'Interno gioca per recuperare spazio e agibilità sugli alleati del M5S, che con l'approvazione del dl Dignità hanno schiacciato la Lega. E infatti, nell'intervista, il titolare del Viminale va al cuore della battaglia, anticipando lo stop alla trascrizione dei matrimoni gay: «Ho chiesto un parere all'avvocatura di Stato e ho dato indicazione ai prefetti di ricorrere. La mia posizione è fermamente contraria». «Quella tra Lega e 5 Stelle è un'alleanza nata in maniera particolare: movimenti diversi, storie diverse, culture diverse» osserva Salvini.

La linea è chiara: battaglia legale per impedire la trascrizione dei matrimoni gay. Nonostante in tanti Comuni i documenti siano già stampati con la vecchia dicitura. Una decisione che il sindaco 5stelle di Torino, Chiara Appendino, ha già detto in passato di non voler rispettare. E contro la linea di Salvini sono schierati anche due esponenti del governo Conte: il ministro dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, al fianco del sindaco di Torino, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora.

Ma ora Salvini ha necessità di riprendere fiato, ridare un cavallo di battaglia alla Lega e radicalizzare lo scontro con la sinistra. Se il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ringrazia, il portavoce di Gay center Fabrizio Marrazzo si scaglia contro Salvini: «Scelta discriminatoria per le famiglie lesbiche e gay, che non solo hanno aspettato anni per vedersi riconosciuti come genitori dai tribunali, ma ora si troverebbero anche impossibilitati ad ottenere i documenti per i propri figli. Questa scelta va nella direzione di discriminare i bambini togliendo loro il diritto di avere i documenti che gli spettano per legge. Pertanto facciamo appello al premier Conte e al sottosegretario Spadafora».

«Non sarà un Matteo Salvini qualunque con il suo 17%, a togliere ai bimbi delle famiglie Arcobaleno le loro 2 mamme o 2 papà» commenta Monica Cirinnà. Salvini gode, perché la missione è compiuta: «Per la sinistra, difendere il concetto di mamma e papà significa essere trogloditi. Allora sono orgoglioso di essere un troglodita!» replica su Twitter il ministro. E in serata alcune deputate M5s mettono a verbale la loro opposizione: «Inaccettabile e pericolos».

In testa Paola Nugnes: «Anche la Costituzione parla di coniuge senza specificare il genere».

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