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Salvini mostra i muscoli e lancia lo sciopero fiscale

Il segretario leghista alza la posta nel dialogo con Forza Italia: "Mai alleati con chi sta con Renzi, i gay e la Merkel". La replica di Toti: così rischia l'irrilevanza

Salvini mostra i muscoli e lancia lo sciopero fiscale

Rivoluzione fiscale con aliquota unica al 20% e una giornata di sciopero delle tasse per protestare contro uno «Stato torturatore». E poi «basta con Renzi che da Roma vuol comandare da solo, mentre prende gli ordini da Berlino». Nonostante il caldone di una domenica di mezza estate, la giornata di parecchi delegati al congresso organizzato dal Carroccio a Padova (prima volta in Veneto e non è certo un caso) era cominciata con una buona dose di spritz Aperol o Campari. Mentre a chiuderla sarà Umberto Bossi che strappa il microfono a Matteo Salvini per trascinare tutti alla basilica di Sant'Antonio. «Effettivamente - riconosce il nuovo leader - la Lega ha bisogno di una benedizione». Non solo una gag tra il passato e il futuro di un partito che ha ormai incoronato il suo nuovo conducator. Nessuna traccia di quelle imboscate in terra veneta che lo stesso Salvini temeva ma che il successo alle Europee ha declassato le eterne tenzoni tra i colonnelli a scaramucce senza ormai peso sulla rotta del partito. Ascia di guerra sotterrata dai veneti, tanto che l'orizzonte del segretario, a cui il congresso ha prolungato l'incarico fino al dicembre del 2016 (e con un solo voto contrario su 400), sembra la riaggregazione dell'intero fronte dei moderati su parole d'ordine come la famiglia tradizionale, la lotta al l'immigrazione clandestina e la disobbedienza fiscale. Per il resto c'è la richiesta che il 14 novembre «tutte le persone strangolate da Equitalia e da questo Stato ladro abbassino la serranda». Negozi chiusi o niente scontrini, taxi gratis e professionisti senza fattura. «Quelli che vogliono combattere stiano con noi» arrocchisce ancor più la voce Bossi.Uno choc all'economia chiesto dallo stesso Salvini a Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi che dal palco spiega come da quando in Russia il presidente Vladimir Putin ha abbassato le tasse al 13%, il gettito sia salito del 25. Per questo al 20% di aliquota unica, aggiunge 5mila euro di sgravi per ogni componente della famiglia, oltre al lordo tutto in busta. «Se il capofamiglia guadagna 20mila euro - spiega Borghi - con moglie e due figli non paga nulla. Un minuto e la dichiarazione dei redditi è fatta, senza bisogno di Caf e commercialisti». Moglie e marito con 25mila euro a testa e detrazioni per 20mila, sui restanti 30mila ne pagheranno 6mila. Per le imprese via acconto Irap e anticipo Iva, niente tasse che non riguardino il reddito. «La nostra scommessa - spiega Salvini - è far pagare di meno a chi oggi paga troppo e costringere a pagare chi oggi non paga».Sul fronte politico è ancora Salvini ad annunciare il disgelo. «Per Berlusconi sono contento umanamente e politicamente, dopo quattro anni di linciaggio è giusto che qualcuno lo abbia assolto. Ma cosa sarebbe successo se fosse capitato a uno che non aveva i soldi per difendersi? Questa è una giustizia che non funziona». Apertura che non gli impedisce di negare la possibilità di un patto con quel centrodestra «in ordine sparso un po' qui un po' là, un po' al governo, un po' a favore dell'immigrazione, un po' per le coppie gay, un po' con la Merkel». Immediata la replica di Giovanni Toti. «Ma Salvini che film ha visto? Noi - gli dice l'esponente Fi - stiamo con il Paese e non con Renzi. Sulle riforme andiamo avanti per il bene dell'Italia. Le nostre idee sono chiare, Salvini spieghi se vuole rimanere nell'attuale posizione rischiando l'irrilevanza e l'ininfluenza, oppure vuole dialogare con noi».Dal palco il governatore Luca Zaia, a cui piace il soprannome di doge «perché allora Roma non c'era», conferma il referendum per l'indipendenza che consentirà al Veneto di «tenersi quei 21 milioni di tasse che il governo non usa, ma spreca», mentre in Lombardia Roberto Maroni ricorda «gli 800mila anziani a cui è stato ridotto il ticket sanitario, mentre non spenderò mai un euro dei lombardi per accogliere i clandestini». Anche lui attacca una magistratura che ha appena archiviato l'indagine sulle presunte tangenti prese dalla Lega da Finmeccanica. «Avessi preso dieci milioni di euro non sarei qui a farmi un culo così. Se questa è la giustizia, bisogna fare gli scongiuri». L'inchiesta sui viaggi Expo? «Ma i magistrati vadano a guardare quelli del premier Renzi e dell'allora ministro Kyenge». Un boato per Mario Borghezio quando maledice un Paese che non sa difendere i suoi militari.

«Viva i nostri fucilieri, viva San Marco».

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