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Salvini porta la Lega in piazza: "Datemi il mandato a trattare con la Ue"

Salvini alla manifestazione a Roma: "Metto al centro i cittadini, non i poteri forti". E promette: "Qualcuno ha tradito il sogno europeo. Noi daremo forza a una nuova comunità"

Salvini porta la Lega in piazza: "Datemi il mandato a trattare con la Ue"

"Ce la metteremo tutta per far tornare l'Italia grande". Quando Matteo Salvini è salito sul palco della manifestazione della Lega "Io ci sono", in piazza del Popolo sono esplose le note del Nessun Dorma di Puccini e dalla folla leghista sono partiti i fumogeni bianco, rosso e verde del Tricolore italiano (gallery). Molte le bandiere, con la piazza capitolina che si è tutta tinta di blu, e uno tra tutti lo striscione con la scritta "L'Italia non è una colonia". "Non possiamo perdere tempo in odio e polemiche - ha incalzato il leader del Carroccio - non posso ripetere 'molti nemici molto onore', altrimenti mi rimproverano, ma noi non molleremo mai. Marciando uniti non dobbiamo avere paura di nessuno".

"Se il buon Dio mi dà forza e salute questo governo dura per cinque anni e non per sei mesi". Sulla base di questa prospettiva duecentocinquanta pullman e tre treni speciali sono arrivati questa mattina da tutte le zone d'Italia in piazza del Popolo, per quella che il vicepremier aveva pensato come "una festa" per ringraziare chi lo sostiene e "un chiaro messaggio" all'Unione europea: "Abbiamo voglia di correre, sognare, ricostruire un Paese che qualcuno prima di noi ha svenduto". Una festa su cui, però, ha pesato la tragedia di Corinaldo dove hanno perso la vita sei persone nel crollo di una discoteca. A loro Salvini ha dedicato un minuto di silenzio prima di iniziare a tracciare il sentiero su cui vuole portare la Lega nei prossimi anni. "Nei prossimi mesi cercheranno di dividerci", ha scandito invitando gli 80mila sostenitori accorsi a Roma a "marciare uniti e compatti" e a non mollare mai "perché se i portavoce dei poteri forti" ci attaccano, "vuol dire che siamo nel giusto". "George Soros e altri vogliono schiavi, consumatori di prodotti fatti in Cina, nei centri commerciali da precari. Qualcuno ha tradito il sogno europeo - ha, poi, incalzato - noi daremo forza a una nuova comunità europea fondata sul rispetto e la solidarietà".

In piazza Salvini non porta solo il lavoro fatto con i Cinque Stelle nei primi mesi di governo, ma mette sul tavolo anche le prossime sfide che si troverà ad affrontare, a partire dal confronto con Bruxelles sulla manovra economica. Ed è proprio al popolo leghista che ha chiesto "il mandato" per "andare a trattare con rispetto" con l'Unione europea. "Non come ministro, non come governo, ma a nome di 60 milioni di italiani - ha, quindi, scandito dal palco di piazza del Popolo - se c'è il vostro mandato noi non abbiamo paura di niente e di nessuno". Quello che ha in mente è riportare a essere "la prima in Europa", perché non debba essere più seconda a nessuno né abbia chiedere "niente a nessuno, né a Parigi né a Bruxelles". Ed è a papa Giovanni Paolo II che guarda come "lucido visionario" sull'Europa. "O l'Europa ritrova la sua radice, il suo motivo di crescere nel rispetto reciproco - ha spiegato - se è quella che si ferma alle ispezioni, allo spread, allo 0,1 è destinata a fallire. Noi vogliamo vederla crescere".

Il momento non è certo dei più tranquilli. Il governo ha più fronti aperti e non si trova in balia unicamente dei fuochi incrociati europei. Anche internamente la situazione si sta dimostrando piuttosto complicata. Salvini non ha voluto dar spazio alle polemiche e ai dissidi che in questi mesi, e anche negli ultimi giorni, lo hanno profondamente diviso da Luigi Di Maio e dai Cinque Stelle. Anzi, ha ringraziato gli alleati grillini e ha confermato la volontà di portare avanti quello che considera "un progetto bello e coraggioso". "Non avete eletto Superman o dei super eroi - ha rivendicato - ma uomini normali che in sei mesi hanno fatto abbastanza". E, per quanto rivendichi i successi incassati con la lotta all'immigrazione e il via libera al decreto Sicurezza, le distanze tra le due forze di governo restano. E su alcuni temi sono imponenti. Tanto che ha voluto mandare un segnale chiaro ai pentastellati: "L'ultima cosa di cui hanno bisogno gli italiani sono nuove tasse: sulle auto, sulle case, sui conti correnti". Da domani, infatti, gli attriti riprenderanno.

E si acutizzeranno nelle prossime settimane quando entreranno nel vivo l'analisi dei provvedimenti economici e lo scontro con Bruxelles.

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