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Salvini rompe su Bertolaso ma Berlusconi non arretra

Ultimo aut aut leghista: "A Roma Meloni o le primarie". Il leader azzurro insiste: "Il nome è stato scelto da tutti"

Salvini rompe su Bertolaso ma Berlusconi non arretra

Ennesimo aut aut di Salvini: «O Meloni o primarie. Bertolaso non è il mio candidato». Berlusconi, dal canto suo, fa spallucce e tira dritto: «L'ex capo della protezione civile è uomo del fare, fuori dai partiti ed era stato scelto da tutti, non solo da me. È Salvini che ha cambiato idea, non io». Non solo il Cavaliere non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro su Bertolaso ma tra domani e dopo procederà a una sorta di investitura ufficiale della sua candidatura. Non lo farà di persona perché un piccolo intervento all'occhio lo tratterrà al San Raffaele di Milano ma è certa una telefonata all'evento organizzato da Antonio Tajani all'Ergife di Roma. Dove, sabato, sfilerà appunto Bertolaso che non ha alcuna intenzione di mollare: «Quando un aereo è in pista per il decollo e dalla torre di controllo riceve l'ok, comincia a dare gas arrivando al fatidico punto di non ritorno, cioè dove o decolla o va a schiantarsi. Io il punto di non ritorno l'ho già passato, non mi schianto, sto già volando e sarò il sindaco dei romani». Con o senza Lega.

Tra gli azzurri c'è irritazione: «Questa volta non toglieremo le castagne dal fuoco di Salvini. Se vuole, ci pensi lui...».Ma lui non molla, anzi. Intervistato dal Corsera ribadisce il suo niet: «Il candidato di tutto il centrodestra a Roma non si chiama Bertolaso, almeno, non è il mio - avverte - Certo, se si facesse avanti Meloni il candidato sarebbe lei, per me non ci sarebbe nessun problema». E ancora: «In venti giorni si possono fare le primarie, da qui a Pasqua c'è tempo. Prendiamo il modello del Pd e le facciamo meglio, facciamo primarie meno taroccate». Già, a proposito: sulle «gazebarie» leghiste anche Bertolaso punge Salvini: «In realtà quella consultazione l'ho vinta io. Chi ha votato per me non era taroccato, mentre invece sicuramente sono andate le truppe cammellate di altri candidati a votare diverse volte». Insomma, nel centrodestra sono ai ferri corti.E Fratelli d'Italia? Il messaggio dei meloniani è chiaro: «Noi ci stiamo spendendo più di tutti per Bertolaso, nome sul quale c'era l'intesa. E il danno peggiore, qualora non andassimo tutti uniti, l'avremmo noi», lamenta un big del partito. La leader, tuttavia, è stata chiamata in causa direttamente da Salvini. Ma il pensiero di Giorgia Meloni non cambia: lei, causa la gravidanza, non avrebbe alcuna intenzione di correre. E, se lo facesse, lo farebbe obtorto collo.

Uno spiraglio, tuttavia, c'è: «In caso di primarie aperte Giorgia sbaraglierebbe tutti - giura una fonte di Fratelli d'Italia - Ma non credo che voglia correre». E poi, in ogni caso, di primarie Berlusconi non vuol sentir parlare. Così, la situazione resta particolarmente ingarbugliata. Il pasticciaccio brutto di Roma, poi, blocca l'accordo su tutte le altre città che andranno al voto in primavera; tant'è vero che ieri, ancora una volta, il summit tra gli ambasciatori di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia per raggiungere la quadra su Torino, Bologna, Novara ecc... ha fatto registrare l'ennesima fumata nera.

Lo stallo è destinato a continuare.

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