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Salvini scopre le carte: "Riparte il dialogo con Fi Mai alleati con Alfano"

Il leader leghista e l'incontro con Berlusconi: "Se rimane all'opposizione si può discutere. Per le Regionali accordo possibile, per il resto vedremo"

Salvini scopre le carte: "Riparte il dialogo con Fi Mai alleati con Alfano"

Basta Renzi, sotto con Salvini, da un Matteo all'altro, la scelta di Silvio Berlusconi sembra cosa fatta. Peccato che anche il Matteo nuovo adesso metta delle condizioni. La prima è un patto di ferro contro il premier: «Noi siamo sempre stati all'opposizione di un governo incapace e pericoloso. Ora che forse pure Forza Italia se n'è resa conto, riparte il dialogo. Ma lo vedremo alla prova dei fatti». Cioè dalla forza degli emendamenti e dall'intensità dell'ostruzionismo che verranno messi in campo sulle riforme. La seconda condizione riguarda le elezioni regionali: «Impossibile schierare il simbolo della Lega accanto a quello di Ncd, noi non possiamo metterci con chi ha scelto di stare con Renzi». Però, aggiunge, «dove già governiamo insieme andremo avanti, gli accordi saranno rispettati».

Comunque si apre una fase nuova e, appunto, «il dialogo riparte». Il Carroccio, spiega il segretario, «non ha niente da chiedere e niente da offrire, vogliamo che gli italiani abbiano garanzia di patti chiari e amicizia lunga». Durante la cena di Arcore, dice, è stato fatto il primo passo, ora ne servono degli altri. «Se si votasse domani mattina per le Politiche, la Lega andrebbe da sola, da Nord a Sud». Per le Regionali di maggio invece tutt'altro discorso. «Se mi chiedete se un'alleanza tra noi e Forza Italia è possibile, io rispondo di sì». L'accordo di massima c'è, si tratta di trovare un'intesa sugli uomini. Un dettaglio nell'ottica del Cavaliere, interessato soprattutto a mettere in piedi un asse alternativo al governo. Un particolare decisivo invece per Salvini. La Lega, ad esempio, chiederà a Fi di sostenere i suoi candidati in Veneto, Liguria e Toscana. «Ci mettiamo a disposizione con i nostri uomini e i nostri programmi».

Il Carroccio si sente in posizione di forza. «Alcuni senatori di Ncd, Fi e Cinque stelle hanno chiesto l'adesione ai gruppi della Lega». Per maggio Salvini ha grandi ambizioni. «Ci prepariamo ad arrivare in doppia cifra anche nelle regioni del Centro e del Sud. Noi candideremo gente nuova, penso alle Regionali in Puglia e in Campania: presenteremo solo persone che non hanno incarichi, che non sono state né assessori né consiglieri regionali. Faremo rispettare il limite dei due mandati e la fedina penale sarà la prima cosa che chiederemo a chiunque si avvicini alla Lega». Facce nuove, promette. «Se c'è qualcuno che ha un passato politico breve e trasparente, è benvenuto. Ma se uno ha cambiato sei partiti e sceglie la Lega come settimo, evidentemente non ci serve e non ci interessa».

Ma nel piatto dell'accordo c'è anche la battaglia contro il governo. «Siamo andati ad Arcore - racconta - perché ci interessava capire se davvero Forza Italia non ha più intenzione di sostenere Renzi sulle riforme e ci è stato detto che hanno deciso di stare all'opposizione. La cosa ci riempie di gioia, sperando che l'opposizione duri più di una settimana». Salvini aspetta il Cav alla prova del nove. «Ora si può discutere, cosa fino a ieri impensabile: da qui ad accordi perenni e duraturi a 360 gradi a livello locale e nazionale ce ne passa. E già domani vedremo se il Patto del Nazareno è davvero finito, verificheremo se è soltanto una crisi passeggera».

Per il segretario della Lega il primo banco di prova sarà quindi il voto sulla riforma costituzionale. «Abbiamo ricominciato a parlare. Forza Italia la vedremo in Aula nei prossimi giorni. Una cosa è chiara, che chi voterà per la ricentralizzazione di tutto nelle mani dello Stato, non potrà poi pretendere di allearsi con noi».

C'è anche un risvolto canterino negli strascichi dello sbarco di Matteo Salvini al Sud. Il leader leghista ha annunciato «querele a pioggia» dopo l'uscita di «notizie false, diffamatorie e senza alcun fondamento pubblicate con il solo scopo di danneggiarci». Nel mirino di Salvini c'è pure Nino D'Angelo, che dal proprio profilo Facebook aveva «diffidato» la Lega dall'usare una delle sue canzoni - «Jammo Jà» - come colonna sonora della campagna di «Noi con Salvini». Il segretario del Carroccio, che è presidente di NcS, ieri ha risposto: «Querele sono pronte per chi continuerà a sostenere o scrivere di un improbabile utilizzo di canzoni di Nino D'Angelo da parte di NcS».

 

di Massimiliano Scafi

 

Roma

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