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Salvini sogna l'egemonia: "Se governassi da solo..."

Il vicepremier marca le differenze dall'alleato sul condono: spero che a Ischia non si sani la qualunque

Salvini sogna l'egemonia: "Se governassi da solo..."

«Se governassi da solo, potrei fare tante cose più velocemente». Matteo Salvini, sempre attento a non intaccare la tenuta e la navigazione del vascello governativo, a margine dell'assemblea di Confitarma si lascia andare a una battuta rivelatrice, una sorta di wishful thinking proiettato verso un futuro non meglio identificato. Subito dopo però arriva il richiamo al dovere dell'armonia governativa. «Però sono contento di governare con i Cinquestelle e di una manovra che vedrà l'Italia tornare a crescere».

Il leader della Lega in questa fase non vuole certo soffiare sul fuoco della possibile implosione dei Cinquestelle. Nel Carroccio è scattato l'allarme rosso dopo che diversi parlamentari pentastellati hanno alzato i toni contro il Dl Immigrazione e Sicurezza, manifesto e conditio sine qua non per il sostegno leghista al governo. Salvini non vuole sorprese e non vuole rischiare che il testo venga snaturato. Su questo punto ha parlato chiaro a Luigi Di Maio sottolineando che non ammette fronde, deroghe o «manine» pronte a votare in dissenso, altrimenti l'alleanza potrebbe davvero essere messa in discussione. Al massimo si potrebbe fare qualche concessione sui minori non accompagnati richiedenti asilo e ammorbidire i casi di esclusione previsti dalla nuova formulazione della protezione umanitaria. Come ricorda Fanpage.it Salvini potrebbe anche richiedere il sostegno di Fratelli d'Italia - che conta 18 senatori - a cui negli ultimi giorni ha spedito segnali sia in vista delle Europee, sia delle possibili elezioni romane, qualora Virginia Raggi dovesse cadere con la sentenza del 10 novembre. Il problema è che Giorgia Meloni vorrebbe inasprire piuttosto che ammorbidire il decreto. Salvini, inoltre, per non attirarsi gli strali degli elettori del Nord dice con chiarezza che non vuole sorprese neppure sull'articolo 25 del decreto Genova su cui ieri a Montecitorio le opposizioni hanno fatto ostruzionismo. «Il principio che vale per Ischia e per qualunque altra Regione è che possano essere sanate e sostenute le prime case, ma la mia preoccupazione per Ischia è che si sani la qualunque».

Se lo scoglio del dl Sicurezza in qualche modo verrà superato, in prospettiva appare più preoccupante la questione delle grandi opere. Salvini tiene una linea morbida. «Ci sono esperti, ingegneri, economisti che stanno ragionando, numeri alla mano, su quanto costa e quanto aiuta. Se mi sono impegnato a rispettare l'esame costi-benefici, che magari può smentire le mie convinzioni del passato, io rispetto questi esiti». I grillini a loro volta confermano la chiusura pregiudiziale verso le grandi opere, nella loro narrazione presentate come fonte di scandali e mangiatoie. Il Nord, però, ha fame di infrastrutture, confida in Salvini e inizia a recapitargli il messaggio, cercando di fargli capire che il rischio è di allargare il gap con i competitor europei, ben contenti di vedere l'Italia condannarsi all'arretratezza. Su questo tema anche Alessandra Ghisleri fa suonare l'allarme.

Ma per il numero uno della Lega la mediazione con i Cinquestelle si annuncia decisamente in salita.

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