Ponte crollato a Genova

Salvini vuol fermare il calcio ma oggi si gioca lo stesso

Il vicepremier: doveroso rinviare le partite. Il commissario della Federazione: andrebbe sospesa ogni attività ludica

Salvini vuol fermare il calcio ma oggi si gioca lo stesso

Il pallone non deve rotolare. Non qui, non oggi. Non in un Paese dove i ponti cadono, non nei giorni della sciagura e del lutto. Questo è, in sintesi, il senso di una corrente emotiva e di pensiero che si sta diffondendo soprattutto a livello social e che rimbalza subito nella politica, trovando una sponda eccellente all'interno del governo. «Penso che sarebbe doveroso, per rispetto e vicinanza a Genova e ai parenti delle vittime, che anche il campionato di calcio sabato e domenica si fermasse. Non lasciamo sole le squadre genovesi, business e interessi televisivi possono attendere». Parola del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che si schiera con decisione a favore del rinvio della prima giornata della serie A, che dovrebbe partire oggi pomeriggio a Verona con Chievo-Juventus.

Di fronte ai morti di Genova, però, l'esordio di Cristiano Ronaldo in bianconero, l'esultanza delle curve e la «normalità» degli stadi, con il calcio di agosto che cede il posto al campionato, stonerebbero. E dunque pure il vicepremier si unisce al coro, e mostra pollice verso dopo la decisione di stoppare solo le gare delle due squadre del capoluogo ligure, Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa.

Una scelta popolare, quella del titolare del Viminale, tifoso del Milan, che segue non solo l'onda social, ma anche l'appello lanciato da tanti nei giorni successivi alla tragedia del ponte genovese, e pure l'auspicio di molte squadre di serie A che si sono dette pronte a rimandare il via al campionato. Proprio il presidente della Samp, Massimo Ferrero, aveva chiesto ai colleghi di seguire l'esempio suo e del Genoa, perché «le partite si recuperano, i morti no». E il prete genovese don Valentino Porcile, su Fb, ha chiesto proprio a CR7 di «fermarti e fermare il calcio». Così a guidare il fronte pro-stop arriva il leader del Carroccio, che si mette dietro le spalle anche la polemica della vigilia di Ferragosto, quando, mentre a Genova i soccorritori scavavano tra le macerie, aveva partecipato a una visita ufficiale a Messina seguita da una cena conviviale. Finita, ovviamente, al centro di polemiche, alimentate in particolare dal presidente del Partito democratico Matteo Orfini, secondo il quale le immagini di «Salvini che festeggia in ore drammatiche per Genova sono uno schiaffo al dolore del nostro paese e la negazione di quel principio». Polemica andata in archivio con la replica rabbiosa di Salvini (che ha definito «sciacalli» i suoi accusatori democratici), comunque volato a Genova nel giorno di Ferragosto per stare vicino a vittime e soccorritori e spegnere così le polemiche. Quanto al calcio, la proposta di stop del ministro dell'Interno viene raccolta anche dal commissario della Figc, Roberto Fabbricini, che a RaiSport spiega che «è indubbio che uno stop di riflessione ci vorrebbe». Ma che, poco dopo, torna sull'argomento e alla vigilia del via allo show puntualizza: «Sono convinto, come già detto, che anche il calcio farebbe la sua parte di fronte a una giornata di lutto nazionale nella quale tutte le attività ludiche fossero sospese». Nessun riferimento alle «cene» salviniane, ovviamente, ma solo «agli spettacoli cinematografici, a quelli nelle piazze e sulle spiagge e a tutti gli altri eventi di intrattenimento», spiega Fabbricini, «altrimenti sarebbe inutile fermare solo il campionato di Serie A».

Insomma, l'apertura della Figc non è senza condizioni, e messa così, col controappello a fermare ogni attività ludica, l'assist di Salvini può cadere nel vuoto.

Anche perché di «assist», a dirla tutta, è improprio parlare: quella del leader del Carroccio, infatti, sarebbe niente più che un'opinione espressa a titolo personale, e non certo una «richiesta» espressa istituzionalmente ai vertici di Lega e Federazione.

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