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Santoro torna in tv per attaccare Renzi

Trasloca su RaiTre con "Servizio pubblico": prima puntata su Etruria e Mps

Santoro torna in tv per attaccare Renzi

Cave canem («attenti al cane»). Michele Santoro torna in tv e il simbolo del programma potrebbe tornare ad essere quello che fu di Servizio pubblico su La7 nel 2012, ovvero il mosaico della casa del poeta tragico di Pompei, raffigurante un cane nero al guinzaglio.

E la prima puntata che sta confezionando il gladiatore Rai da almeno un mese, non sarà né contro Luigi Di Maio e nemmeno contro Silvio Berlusconi, ma guarda un po', contro Matteo Renzi e il suo indissolubile Giglio magico, che evidentemente non va tanto a genio al vecchio leone. In particolare tratterà, con interviste e documenti riservati, i casi di Banca Etruria e Monte dei Paschi di Siena che interessano sia il segretario del Pd, sia la sua ancella Maria Elena Boschi. Voci autorevoli (tra cui il liquidatore della vecchia Etruria Giuseppe Santoni, costituitosi parte civile) che possano ricostruire le cause che hanno portato alla morte della banca. Gli ex obbligazionisti dell'Associazione Vittime del Salvabanche, gli ex soci, nonché gli ex vertici della banca stessa e gli ex dipendenti pentiti.

In questi giorni è stata vista aggirarsi tra i corridoi della procura di Arezzo un'inviata della nuova trasmissione, che ha pure incontrato il procuratore capo, Roberto Rossi, al timone dell'inchiesta sul crac dell'istituto dal 2015. Da quello che trapela da ambienti aretini, Rossi è apparso molto nervoso. È stato un anno molto difficile per lui dopo che Il Giornale ha rivelato di una presunta garçonnière nel complesso residenziale di Poggio Fabbrelli, alle porte di Arezzo, nella quale il magistrato, che ha poi solo minacciato querele, si sarebbe intrattenuto con delle amiche. Caso preso in esame anche dal Csm dopo che Palazzo de' Marescialli aveva già ammonito Rossi per presunti conflitti di interesse sul caso Etruria. «Non mi hanno fatto passare nulla, come a nessun altro», avrebbe detto alla giornalista di Santoro. Dice che da tempo si sente spiato e controllato dai suoi collaboratori, che non può più lavorare serenamente. È stanco e stufo. Tutto ciò non lo aiuta nel suo delicato compito di sbrogliare la matassa sulla banca. È anche risentito del fatto che dopo aver chiesto la confisca della dimora storica di Licio Gelli, come «misura di prevenzione a carico di persone pericolose anche se defunte», la richiesta è stata respinta dal tribunale di Arezzo che ha lasciato villa Wanda alla moglie e ai figli del Venerabile. Rossi avrebbe poi fornito all'inviata anche due documenti, uno su Gelli e l'altro su Alberto Rigotti, consigliere di amministrazione col presidente storico di Banca Etruria Elio Faralli e, per pochi mesi, con Giuseppe Fornasari, figura centrale nell'avviso di conclusioni indagini del filone bancarotta bis sul crac.

Il mattatore di Samarcanda, Il rosso e il nero, Tempo reale, Moby Dick, Circus, Sciuscià, Il raggio verde, Annozero e Servizio pubblico, dunque, sceglie di ripartire mirando sul tallone di Achille dei Renzi's. L'ultima sua apparizione è stata nel 2016 con Italia su RaiDue. Da fine novembre traslocherà su RaiTre, il giovedì, con un nuovo format rispetto a quello classico dei talk, che dovrebbe ispirarsi a Servizio pubblico.

E adesso gioca al castiga-Renzi.

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