Politica

Sarko, fondi da Gheddafi: c'è la prova

Nel taccuino dell'ex ministro del Petrolio libico tracce di versamenti per 6,5 milioni

Francesco De Remigis

Settimana difficile per Nicolas Sarkozy. A meno di due mesi dalle primarie della destra e del centro, l'ex presidente della Repubblica francese è ripiombato nell'inchiesta relativa ai presunti finanziamenti libici alla sua campagna 2007 da parte dell'entourage di Gheddafi. Il sito Mediapart ha aperto il vaso di Pandora nell'aprile di quattro anni fa. Ora ha tirato fuori un taccuino consegnato alla magistratura contenente i dettagli dei «versamenti occulti per almeno 6,5 milioni di euro», considerato «la prova». Non è il solo problema relativo alle sue campagne presidenziali. La Procura di Parigi ha già chiesto il rinvio a giudizio per Sarkozy e 13 indagati per altri fondi illegali riferiti al 2012, il cosiddetto affaire Bygmalion, nome della società che all'epoca collaborava col suo partito. A giorni è attesa la convalida.

Le grane con la giustizia da un lato, dall'altro vecchie ruggini tra compagni di partito diventati novelli Bruto e Cassio pronti a ferire l'ex Cesare della destra fino alla sua morte politica. Stando ai sondaggi, Sarkozy è dietro ad Alain Juppé quanto a gradimento: 33% contro il 39. Ma gli avversari sono di più; sei, tutti agguerritissimi per guadagnare la candidatura all'Eliseo che garantirà quasi certamente anche la vittoria al voto presidenziale di maggio. Jean-François Copé ieri lo accusava di essersi candidato alle primarie solo per sfuggire ai guai con la giustizia. Che continuano a germogliare: questa settimana due arresti a lui vicini. L'ex capo dei servizi segreti interni francesi, Bernard Squarcini, per «traffico di influenza». Poi l'ex capo della polizia giudiziaria parigina, Christian Flaesch, fino all'ex direttore generale della Polizia nazionale Michel Gaudin finora solo interrogato.

L'ultima tegola sull'immagine dell'ex presidente è arrivata in libreria a firma di quel che fu suo chiacchierato consigliere tra il 2005 e il 2012: Patrick Buisson, autore de «La causa del popolo Storia proibita della presidenza Sarkozy». Racconta del marzo 2006. Sarkozy era ministro dell'Interno e avrebbe deliberatamente lasciato agire i facinorosi, in piazza contro la riforma del primo impiego (Cpe). I Casseurs trasfigurarono la Rive Gauche di Parigi. Fu guerriglia urbana. Il tutto, «informando i fotografi di Paris Match», scrive Buisson. «Tremammo all'idea che potessero esserci feriti spiega ma valeva la pena alimentare il sarcasmo dei media». L'ordine presunto di non intervento era teso a indebolire il premier (e rivale di allora di Sarkozy anche in tribunale) Dominique De Villepin.

Intanto proseguono gli interrogatori ai due ex alti funzionari arrestati. Secondo Le Figaro vertono su tre indagini giudiziarie, tra cui quella sui presunti finanziamenti alla campagna di Sarkozy da parte di Gheddafi. Un'inchiesta sui soldi del Colonnello era già stata aperta nel 2013 dopo le accuse dell'uomo d'affari libico Ziad Takieddin; confermate da altri dignitari dell'ex regime, ma smentite da altri. Nella vicenda è coinvolto anche Claude Guéant, ex segretario generale dell'Eliseo e ministro dell'Interno della presidenza Sarkozy, accusato da Takieddin di contatti con lo staff di Gheddafi e in particolare con il «tesoriere» Beshir Saleh. Ora Mediapart sembra aver chiuso il cerchio. La «prova» è stata rinvenuta in Olanda. Scritta da quel Shukri Ghanem che fu premier, ministro del Petrolio e direttore della Compagnia petrolifera del regime rovesciato nel 2011. Il contenuto era già trapelato facendo gridare al falso l'entourage di Sarko, perché l'autore di quegli appunti è morto a Vienna nel 2011. Annegato nel Danubio, scrisse la magistratura austriaca.

Ora però il taccuino è nelle mani del giudice istruttore Serge Tournaire e dell'ufficio centrale per la lotta alla corruzione (Ocliciff) che potrebbero rallentare la corsa di Sarkozy prima del previsto.

Commenti