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Sassari, scuola nega la visita al vescovo

I docenti della primaria: "Qui non tutti sono cattolici". In un istituto del Pistoiese un disegno con falce e martello

Sassari, scuola nega la visita al vescovo

Su 250 bambini 122 non sono cattolici e il consiglio dei docenti di una scuola di Sassari decide di non ospitare la benedizione natalizia del vescovo. Succede nella primaria di San Donato, nel pieno centro storico della città, quartiere popolato in gran parte da stranieri. Il consiglio dei docenti, guidato dalla dirigente Patrizia Mercuri, ha deciso che la visita dell'arcivescovo Paolo Atzei all'interno della scuola pubblica non sia opportuna, preferendo concordare con la curia una visita dei bambini nella vicina chiesa di San Donato, alla presenza dai genitori.

La scuola, attiva da anni nei progetti di integrazione, è un laboratorio di etnie e religioni, spesso portata ad esempio dal Comune come efficace laboratorio di culture diverse, dove i bambini italiani convivono con gli stranieri, in particolare nordafricani e cinesi. «Non sono mai stata contattata direttamente con la Curia. Ho sempre interagito con persone che sono state inviate dai diversi parroci a parlare coi docenti», ha precisato Mercuri. «Abbiamo ritenuto opportuna quella decisione - ha aggiunto - visto che la nostra scuola è un mondo particolare riconosciuta per le sue attività multiculturali. Ci sono equilibri particolari e molto fragili.

Chi si vuole interfacciare con la nostra scuola deve cercare di capire. Qui tutte le culture hanno spazio». Non sono mancate subito le reazioni.«Pessimo messaggio, non si può insegnare ai nostri figli che, in nome di un malinteso concetto di tolleranza, il rispetto di una religione passi attraverso l'autocensura preventiva delle nostre tradizioni e del credo di molti italiani - afferma Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Fi, commenta la mancata autorizzazione della visita pastorale del Vescovo -. Occorre educare al rispetto delle differenze e non a quella negazione reciproca delle stesse, che aumenta le tensioni anziché favorire la convivenza. Non è pensabile - prosegue l'esponente azzurro - che una religione venga etichettata come offesa ad un'altra e che si assumano comportamenti da integralismo laicista.

Né è pensabile che in Italia la libertà religiosa e quella di espressione siano garantite a tutti, ma non a chi si riconosce nella tradizione cattolica. Chiederemo al ministro Giannini e all'assessore regionale della Giunta Pigliaru di intervenire per bloccare questa singolare emulazione del caso Rozzano e garantire quello che in Italia dovrebbe essere pacifico: la piena libertà di seguire le nostre tradizioni». Infine il Movimento Cristiano: «È un fatto gravissimo e vergognoso e dimostra l'assoluta mancanza di buon senso da parte di un'autorità scolastica che dovrebbe avere ben chiaro il proprio ruolo di guida di tutti gli studenti. La professoressa andrebbe destituita dal suo incarico immediatamente». Infine una polemica scoppiata nel Pistoiese.

Motivo: un disegno con falce e martello appeso nel corridoio dell'istituto «Enrico Fermi» di Casalguidi, la stessa che a Pasqua aveva vietato al parroco la tradizionale benedizione.

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