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Savona non si fida di Bruxelles: "Il governo cerca il dialogo, l'Europa no"

Il ministro sul Sole 24Ore bacchetta l'Ue: "Non siamo gli stessi politici con cui avevate raggiunto certi accordi". E critica pure i conservatori

Savona non si fida di Bruxelles: "Il governo cerca il dialogo, l'Europa no"

"La Commissione dichiara di volere il dialogo con il governo italiano, ma verba volant, scripta manent". È dalle colonne del Sole 24Ore che il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, lancia un pesantissimo atto d'accusa contro i vertici dell'Unione europea che in queste settimane si stanno confrontando con l'esecutivo gialloverde sulla manovra economica.

Le parole volano, ma se messe per iscritto restano indelebili. A pochi giorni dalla possibile apertura della procedura di infrazione contro l'Italia per aver confermato una legge di Bilancio che fissa il rapporto deficit/Pil al 2,4%, Savona torna a sferzare l'Unione europea invocando quel dialogo che, a detta sua, è venuto a mancare da parte dei commissari europei. "Se dialogo si vuole veramente, e noi lo vogliamo - ha scritto sul Sole 24Ore - si deve partire dal nobile discorso pronunciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Svezia, da quello che si può considerare il podio dei Premi Nobel, ivi incluso quello della pace. Il quesito è quale risposta deve dare l'Italia a una nuova caduta della crescita, già insoddisfacente, e a una disoccupazione e una povertà insostenibili?".

Il ministro degli Affari europei pungola soprattutto "i conservatori di un'Europa che non assolve a tutti i compiti concordati" perché incolpano il governo italiano di non aver fatto le riforme che richieste dall'Unione europea. Una posizione, a duo dire, profondamente sbagliata perché ignorano che "i destinatari politici non sono più quelli ai quali quelle richieste erano state rivolte e con i quali gli accordi erano stati raggiunti".

"Lo Stato è naturalmente responsabile del rispetto degli impegni internazionali da chiunque assunti", continua Savona sul Sole 24Ore invitando i vertici di Bruxelles a dialogare sulla questione sollevata dall'attuale esecutivo: "Cosa si può fare per reagire alla caduta del Pil, di cui l'Italia ha la sola responsabilità di farsi cogliere in un perenne stato di debolezza, e per affrontare i rischi gravi di un aumento della disoccupazione e della povertà?".

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