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Savona ora esalta l'euro. Sui conti linea prudente per ammorbidire l'Ue

Il ministro: «Moneta unica indispensabile» In arrivo decreto sulla crescita a costo zero

Savona ora esalta l'euro. Sui conti linea prudente per ammorbidire l'Ue

Roma - Prudenza con l'Unione europea, cercando di giocare al meglio le (poche) carte in possesso dell'Italia. Poi contratto di governo da rispettare, ma a piccoli passi. Il primo vertice governo/maggioranza sulla politica economici si è svolto secondo un agenda dettata da Giovanni Tria. Oltre al ministro dell'Economia ieri mattina a Palazzo Chigi c'erano il responsabile dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, il vicepremier Matteo Salvini e il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti. Poi il ministro degli esteri Enzo Moavero e il responsabile delle Politiche europee Paolo Savona.

Un vertice politico al quale non hanno partecipato solo i ministri economici quindi. Perché il principale tra i temi sul tavolo sono stati i rapporti con Bruxelles, in vista dell'Eurogruppo e dell'Ecofin in programma il 21 e 22 giugno.

L'obiettivo del governo resta quello di tranquillizzare i mercati e Bruxelles. Ieri il ministro Savona, preso di mira durante la formazione del governo perché troppo euroscettico, durante la presentazione della sua autobiografia, ha difeso la moneta univa. L'euro «non solo ha aspetti positivi ma indispensabili: se vuoi avere un mercato unico devi avere una moneta unica, perché se permetti all'interno di un mercato che le monete si muovano tu rompi l'unità del mercato». Savona ha smentito l'esistenza di un «piano b», ha detto che l'Unione è «da perfezionare» e ha auspicato una Bce con gli stessi poteri della Fed americana. Presa di posizione appoggiata anche da Salvini («Stimo Savona, mi fido di lui»).

Anche dall'Ue in questi giorni sono arrivati segnali di distensione. Se queste aperture si trasformeranno in una disponibilità a concedere flessibilità sui conti è da vedere. Ma è possibile che la Commissione europea tenda la mano all'Italia, riconoscendo ancora una volta gli sforzi sull'immigrazione. E poi conceda, se non le circostanze eccezionali, uno sconto di circa mezzo punto di Pil sul limite del deficit, sufficiente a ripagare almeno in parte la neutralizzazione degli aumenti Iva. In cambio l'Italia dovrà impegnarsi in riforme che favoriscano la crescita e riducano il debito.

L'attenzione del governo per quanto riguarda le finanze pubbliche è per il momento dedicata a questo punto. Martedì al Senato inizierà la discussione sul Def. La maggioranza presenterà una mozione unitaria, anche se il documento è quello scritto dal predecessore di Tria, Pier Carlo Padoan. Non ci saranno impegni oltre alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia.

In compenso l'esecutivo ha ripreso in mano il dossier semplificazioni, del quale si era parlato la settimana scorsa, per snellire gli appalti. Impegno preso da Di Maio con i commercianti che potrebbe trovare spazio in un decreto.

Restano per il momento sullo sfondo i principali punti del contratto di governo sottoscritto dalla Lega Nord e dal Movimento cinque stelle: il reddito di cittadinanza, la dual tax e la riforma delle pensioni.

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