Politica

Lo sblocca-cantieri varato di nuovo Ma è una scatola vuota

Ok al decreto già passato «salvo intese». Sul Dl crescita è rissa. La Lega: stop salva-Roma

Conte e Grillo dopo il Consiglio dei ministri a Reggio Calabria
Conte e Grillo dopo il Consiglio dei ministri a Reggio Calabria

Roma Via libera molto oltre i tempi, ma almeno non dopo Pasqua come si temeva. Lo sblocca cantieri, uno dei due decreti del governo per la crescita incagliati da settimane è stato sbloccato ieri dal consiglio dei ministri convocato simbolicamente a Reggio Calabria. Un successo rivendicato dal governo, che a stento è riuscito a nascondere la ripresa dello scontro sul decreto crescita, al centro di una battaglia tra M5s e Lega, con il partito di Matteo Salvini che chiede di stralciare le norme salva Roma.

Primo obiettivo del consiglio dei ministri nel capoluogo calabrese, dimostrare che sui decreti non c'è stato uno scontro tra palazzi, in particolare con il Presidente della Repubblica. Con Sergio Mattarella, c'è una «leale collaborazione», e proprio accogliendo il suo suggerimento oggi c'è «stato un nuovo passaggio formale» in Consiglio dei ministri per il decreto, questa volta bollinato dalla Ragioneria generale dello stato. Oggi sarà in gazzetta ufficiale, ha assicurato il premier Giuseppe Conte. Nessun diktat dal Capo dello stato. C'è stata in queste settimane, «una intensa attività di confronto per quanto riguarda la formulazione tecnica di alcune norme».

Da Roma il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha assicurato che anche il decreto crescita, approvato con la formula «salvo intese» dal Consiglio dei ministri andrà in Gazzetta ufficiale entro la prossima settimana. «Se ce ne fosse bisogno, ora è arrivato anche il decreto Sblocca-cantieri approvato in consiglio dei ministri a confermare l'infondatezza del luogo comune per cui il Movimento 5 Stelle è la forza politica dei no», hanno commentato i deputati pentastellati.

La vice presidente della Camera Mara Carfagna ironizza: - «Salvo intese, il governo ha trovato l'intesa e ha approvato lo sblocca Cantieri, già varato un mese fa. Sempre lo stesso film già visto, ormai più ripetitivo di Una poltrona per due alla vigilia di Natale».

Già visto anche lo scontro tra i due partiti di maggioranza che, archiviato lo sblocca cantieri, hanno riaperto la trattativa sul decreto crescita. Come lo sblocca cantieri sarà varato dopo «un passaggio formale», come consigliato dal presidente Mattarella in un Consiglio dei ministri previsto martedì prossimo, per essere poi pubblicato in Gazzetta ufficiale entro fine mese, ha assicurato Conte. «Più che dissidi di natura politica - ha spiegato il premier - abbiamo avuto qualche difficoltà nella formulazione delle norme, perché vogliamo varare un decreto che sia realmente utile per il rilancio del Paese» ed evitare così che sia solo un provvedimento «di facciata».

In realtà qualche problema c'è. Tutto politico, alimentato questa volta dallo scontro tra Lega e M5s sulle vicende Siri e Raggi. La Lega ha chiesto di «togliere definitivamente il salva Roma» dal decreto crescita.

Una dichiarazione di guerra. E quello della Capitale non è l'unico fronte aperto. «La volete sapere l'ultima? La Lega si sta opponendo all'inserimento della cosiddetta norma Pernigotti cioè quella per salvaguardare i marchi storici del Made in Italy, nel Decreto Crescita. Proprio così. Un fatto veramente assurdo, paradossale e inaccettabile», ha scrtitto su Facebook la senatrice del Movimento 5 stelle, Mariassunta Matrisciano. Il capitolo marchi storici è parte integrante del decreto. Non sono più schermaglie tra ministeri per inserire micromisure. E nemmeno i dubbi della Ragioneria generale dello Stato.

Siamo tornati allo scontro frontale nella maggioranza.

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