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Via libera a Sblocca Italia e riforma della giustizia

Governo riunito oltre due ore per varare il decreto Sblocca Italia. Sul tavolo anche la riforma della giustizia: "Processo civile con tempi certi"

Via libera a Sblocca Italia e riforma della giustizia

È finito dopo oltre due ore il Consiglio dei Ministri. Sul tavolo il decreto Sblocca Italia e per la riforma della giustizia.

Varato quindi il decreto Sblocca Italia: un pacchetto di riforme economiche ("misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive") che dovrebbero - nelle intenzioni di Matteo Renzi - far ripartire il Paese. Il governo si dà "mille giorni di tempo" per tornare a crescere e sblocca "4,6 miliardi per cinque investimenti aeroportuali e 3,8 miliardi per opere cantierabili da subito". Tra le misure varate c'è anche un nuovo ddl delega per semplicare il codice degli appalti e una riforma della scuola che sarà presentata mercoledì e sarà avviata dal 2015.

Annunciata poi una "rivoluzione" per la giustizia civile: "Alla fine dei mille giorni avremo tempi certi, meno di un anno per il processo civile e il dimezzamento dell’arretrato", ha detto Renzi, sottolineanche che ora "C’è la responsabilità civile dei magistrati: chi sbaglia paga". Approvate, inoltre norme su "autoriciclaggio e falso in bilancio" e "una delega sulle intercettazioni": "Non ci vuole il bavaglio ma non bisogna ledere le sfere personali nella pubblicabilità", precisa il premier.

Alla fine della riunione, i ministri sono stati accolti nel cortile di Palazzo Chigi da un carretto del gelato. Un modo per rispondere alle critiche piovute dall'Economist, che ha messo in copertina una vignetta in cui il premier italiano mangia un cono, mentre l'Europa affonda.

Poco dopo la conferenza del premier arriva la replica, piccata, dell'Anm: "Renzi dice che non è un intervento punitivo? Di fatto lo è - attacca Maurizio Carbone, segretario dell’Associazione nazionale magistrati -. Premesso che oggi una responsabilità dei magistrati per dolo e colpa grave esiste già in base alla legge Vassalli. Con la nuova disciplina sembra quasi che i mali della giustizia dipendano solo dai presunti errori di noi magistrati. È una disciplina in controtendenza contro di noi che rischia di incentivare azioni strumentali portate avanti magari da chi ha subito un

538em;">provvedimento sfavorevole".

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