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Scalzone: "Amnistia per Battisti e per i reati politici di quegli anni"

Oreste Scalzone, fondatore di Potere Operaio e amico di Cesare Battisti chiede "una soluzione amnistiale, prescrizioni, grazie e indulti e una più ampia battaglia per l’abolizione dell’ergastolo"

Scalzone: "Amnistia per Battisti e per i reati politici di quegli anni"

“Sono a favore di un’amnistia indifferenziata, o comunque forme di grazia o di indulto più ampio per i reati politici di quegli anni”. Oreste Scalzone, fondatore di Potere Operaio e grande amico di Cesare Battisti, non si schiera né tra gli innocentisti né tra i colpevolisti ma chiede un’operazione di clemenza verso tutti gli ex terroristi.

"Potrebbe servire qualcosa come la Commissione per la verità e riconciliazione, creata in Sudafrica dopo la fine dell’Apartheid. In quella Commissione fu esclusa la rilevanza penale di tutto ciò veniva rivelato e discusso”, dice Scalzone in un’intervista al Corriere della Sera, nonostante sia consapevole del fatto che una tale opzione sarebbe impraticabile in Italia. “Servirebbe una soluzione amnistiale, prescrizioni, grazie e indulti e una più ampia battaglia per l’abolizione dell’ergastolo. Ma - aggiunge - sarà difficile, alla stragrande maggioranza del popolo italiano è stato inoculata la passione della vendetta, anche trasversale, contro il più debole”. Un’azione di clemenza che dovrebbe valere anche per i mafiosi “a meno che non si pensi che esistano gli untermenschen, esseri umani privati di riconoscimento di umanità”, sottolinea Scalzone che giudica sbagliato anche l’aver ucciso Saddam, Gheddafi, Mussolini e Claretta Petacci. “La nuda vita è sacra”, precisa. Poco importa cosa ne pensino i familiari delle vittime. “Al figlio di una vittima del terrorismo, la cui esecuzione fu rivendicata dalla Br, in un drammatico confronto ho fatto presente che il primo responsabile dell’assassinio di suo padre, Patrizio Peci, ha mercanteggiato la sua impunità totale concessagli per superiore ragion di Stato. Stato di diritto”, ha spiegato Scalzone. E sui terroristi che oggi sarebbero all’estero, rivela: “Si dicono clamorose inesattezze. Manlio Grillo è morto da anni. Santilli è morto di cancro. Molte liste che compaiono sono false. Casimirri è cittadino nicaraguegno e non credo sia estradabile. Lojacono ha scontato 18 anni in Svizzera ed è ormai cittadino elvetico col nome della madre.

Su Narciso Manenti, la Francia ha espresso dubbi sulle prove, che erano unicamente testimoniali e da parte di gente che aveva negoziato l’impunità”.

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