Cronache

Scatta l'allarme per i black bloc. Si mimetizzano tra Cobas: polizia in allerta a Milano e Roma

Polizia in allerta a Milano e Roma per le manifestazioni di domani: gli antagonisti si mimetizzano tra i Cobas

Scatta l'allarme per i black bloc. Si mimetizzano tra Cobas: polizia in allerta  a Milano e Roma

I gonfaloni, le fasce tricolori, le bandiere dell'Anpi e i fazzoletti dei deportati: a guidare il corteo di domani a Roma con lo slogan «Mai più fascismi, mai più razzismi» ci saranno i volti istituzionali della sinistra, uomini e donne lontani anni luce dalla violenza fisica. D'altronde tra i firmatari dell'appello ci sono anche entità estranee alla sinistra: come la Cisl, le Acli, l'Unione delle comunità ebraiche.

Eppure in queste ore tra i responsabili dell'ordine pubblico si respira aria di grande preoccupazione. Perché il corteo antifascista di Roma cade nel clou della campagna elettorale, a ridosso del voto del 4 marzo. E perché negli ultimi giorni una raffica di episodi di violenza da opposti versanti ha calato sulla campagna un clima quasi plumbeo, dove il timore che si inneschi una spirale di regolamenti di conti è palpabile.

Domani la sala operativa del Viminale dovrà seguire in diretta due punti caldi. Uno a Milano, dove a scendere in piazza sono centrodestra e destra: in centro il corteo della Lega Nord, slogan ufficiale «Ora o mai più» e in largo Beltrami il comizio di Casa Pound. Ufficialmente, non sono indette «contromanifestazioni» della sinistra, come quella che a Piacenza è degenerata in violenze selvagge ai danni di un carabiniere. Ma la Digos sta monitorando gli ambienti antagonisti per prevenire blitz ai danni delle iniziative leghiste e neofasciste.

Ben più critica la situazione a Roma, perché ci sono da tenere d'occhio tre fronti. C'è il corteo ufficiale, al quale non aderiscono sigle «a rischio», ma cui potrebbero aggregarsi spezzoni estremisti. In contemporanea c'è, con partenza dall'Esquilino, il corteo dei Cobas contro il Jobs Act. E sempre alla stessa ora al Cpr, il centro di prima accoglienza, di Ponte Galeria è previsto il «presidio solidale» della Rete antagonista. A legittimare le maggiori preoccupazioni è il corteo dei Cobas, perché è dietro questa sigla che si affollano negli ultimi tempi realtà che col sindacalismo di base hanno poco a che fare. Collettivi autonomi, anarchici, antagonisti, insurrezionalisti vari trovano spesso copertura all'interno delle iniziative Cobas: dalle violenze fuori controllo del dicembre 2010 a Roma, agli scontri a Taranto dell'agosto 2012, fino al venerdì di fuoco del Primo Maggio 2015 a Milano, sono state le bandiere dei Cobas a fare da apripista alle imprese dei black bloc.

E nelle ultime ore si è notato come l'appello dei Cobas per il corteo di domani abbia allargato il tema (ora gli slogan invitano a scendere in piazza «contro sfruttamento, razzismo e repressione») e come all'iniziativa stiano aderendo sigle sempre più estremiste con pullman da tutta Italia. Segni precisi di infiltrazione sono già emersi. E per questo il controllo degli accessi a Roma sarà rigido. Interi pullman potrebbero venire bloccati. Impedire l'arrivo dei violenti è ancora più importante perché i punti di partenza delle due manifestazioni sono ravvicinati: il corteo «moderato», che avrà alla sua testa anche il leader di Liberi e uguali Pietro Grasso, parte da piazza della Repubblica, quello dei Cobas da piazza dell'Esquilino, 500 metri in linea d'aria. Se gli antagonisti raggruppati all'Esquilino decidessero di andare all'attacco, le forze dell'ordine dovrebbero misurare la loro reazione, per evitare di coinvolgere il corteo pacifico.

E la grisaglia di Grasso rischierebbe di fare da paravento alle molotov.

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