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Scatta il safari: Leone nel mirino

I pretesti del Pd per occupare anche RaiUno

Scatta il safari: Leone nel mirino

Roma - La sequela fantozziana di incidenti accaduti durante il Capodanno di Raiuno (la pubblicazione di un sms contenente una bestemmia e di un altro che svela il finale di Star Wars oltre al 2016 festeggiato con un minuto di anticipo) è il pretesto giusto che il nuovo plenipotenziario renziano di Viale Mazzini, Antonio Campo dall'Orto, stava aspettando da qualche mese.

La figuraccia in diretta televisiva è un buon motivo per defenestrare il direttore della prima rete, Giancarlo Leone, e far spazio a figure professionali più gradite al Rottamatore. Anche se l'Auditel ha premiato il lavoro svolto nel 2015 dal direttore di Rai Uno, la macchina è già in moto da tempo. La riforma della Rai assegna a Campo dall'Orto i poteri di amministratore delegato: basterà aspettare la modifica dello statuto della tv pubblica per adeguarlo alla nuova legge di riforma con successiva assemblea di ratifica per far partire il giro di valzer alla fine del mese. «Sarebbe più opportuno che si procedesse alle nomine dopo la presentazione del nuovo piano industriale e del nuovo piano editoriale per non farle apparire come un mero arbitrio», commenta il consigliere di amministrazione Arturo Diaconale.

Ma i giochi, purtroppo, sembrano già fatti. Leone pagherà non per demeriti (che al momento non vi sono) ma per ragioni politiche. I nomi dei papabili alla successione sono quelli della numero uno di Rai Fiction Eleonora Andreatta (poco propensa ad abbandonare il vero core business di Viale Mazzini, le serie televisive destinate a un pubblico âgé) e del direttore di Rai Due, Angelo Teodoli, forte della riesumazione di un secondo canale che versava in stato comatoso. Poche chance per Simona Ercolani, produttrice televisiva e regista dell'ultima Leopolda, e per Luigi De Siervo, pure lui azzoppato dall'sms blasfemo sfuggito alle strutture di Rai Com da lui guidata.Giancarlo Leone è il primo tassello del domino da far cadere per dar via a una reazione a catena nella quale un altro fronte da aprire è la «renzianizzazione» di Rai Tre, finora molto critica con il premier. Tanto il direttore Andrea Vianello quanto la guida del Tg3 Bianca Berlinguer sono inseriti nella lista di epurandi da parte di Palazzo Chigi.

Al loro posto si pensa all'autore (nonché ex portavoce di Veltroni) Andrea Salerno come direttore di rete e a più «allineati» Gianni Riotta e Lilli Gruber per la direzione del telegiornale.

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