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Scattata la trappola del Def: confermati gli aumenti Iva

Doveva arrivare ieri, ma l'Ue ci ha dato altro tempo Il testo e le cifre saranno quelle del governo Gentiloni

Scattata la trappola del Def: confermati gli aumenti Iva

Altre tre settimane per presentare il Def. Ma le cifre contenute nel documento saranno quelle del governo Gentiloni. Nessun accenno agli aumenti Iva da evitare e conferma degli impegni europei senza deroghe.

Il quadro politico si complica, ma la sessione di bilancio e gli impegni dell'Italia con l'Europa restano sui binari di sempre. Ieri dalla Commissione europea è arrivata la disponibilità a posporre la presentazione del Documento. Avrebbe dovuto essere approvato ieri, ma arriverà Bruxelles solo nei primi giorni di maggio. Quindi oltre il 23 aprile, termine ultimo secondo le regole europee.

A tanta disponibilità sui tempi non corrisponde nessuna concessione nel merito del documento che contiene le previsioni su crescita e conti pubblici e anche una valutazione dell'impatto sulle finanze dello Stato delle politiche che si intendono approvare nell'anno successivo. All'inizio del mese prossimo sarà approvata solo la prima parte, mentre gli impegni programmatici di bilancio saranno rinviati a quando ci sarà un nuovo governo. Comunque non oltre il prossimo autunno.

A compilare il Def sarà quindi il ministro del'Economia Pier Carlo Padoan, anche se ieri in Parlamento non era ancora arrivata nessun segnale dall'esecutivo. «Non c'è ancora alcuna indicazione del governo sui tempi della trasmissione al Parlamento del Documento di economia e finanza», ha spiegato il cinquestelle Vito Crimi, presidente della commissione speciale del Senato che ieri si è riunita per la prima volta e che a breve dovrà esaminare il Def insieme ad altri atti pendenti.

Nei giorni scorsi era stata valutata la possibilità di inserire nel documento anche un accenno ad alcuni impegni sui quali le forze politiche sono d'accordo, in primo luogo la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento delle aliquote Iva. Ma questa possibilità è tramontata.

A metà maggio la Commissione europea varerà le previsioni economiche di primavera. Per quanto riguarda l'Italia terranno conto delle cifre contenute nel Def consegnato a Bruxelles comprensivo della stangata sui consumi. Sarà difficile fare tornare indietro la Commissione.

Da Bruxelles non c'è da aspettarsi maggiore tolleranza rispetto al passato. Anzi. I «programmi che alcuni leader dei partiti più importanti hanno dichiarato di voler portare avanti» stanno spaventando le istituzioni Ue e gli investitori internazionali, ha spiegato l'esponente di Forza Italia Renato Brunetta. Il riferimento è al Movimento 5 stelle, ma anche alla Lega Nord i cui programmi non escludono uno sforamento del rapporto deficit Pil, fino al 3,2%. Il rischio secondo Brunetta è il ritorno alla «politica del deficit spending che ha portato il debito pubblico italiano ormai alla soglia dei 2.300 miliardi di euro». Mentre «il buon senso suggerisce che è prima di tutto nell'interesse dell'Italia avere i conti in ordine, una spesa pubblica sotto controllo», per abbattere debito pubblico e pressione fiscale.

Le tensioni politiche diventeranno esplicite nelle risoluzioni che saranno approvate nelle commissioni speciali di Camera e Senato. Atti di indirizzo nei quali troveranno spazio le priorità dei partiti e, in bozza, le priorità per il prossimo governo.

Documenti politici, di nessun valore per la Commissione europea, che valuterà esclusivamente i numeri contenuti nel Def stilato da Padoan.

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