Cronache

Lo scatto icona di un'epoca (quasi) senza luce

Meno romantica del bacio di Alfred Eisenstaedt eppure storica, clamorosa, inimmaginabile, in qualche modo mozzafiato

Lo scatto icona di un'epoca (quasi) senza luce

L'hanno definita la foto del secolo, anche se il secolo (che per il momento coincide anche con il millennio) è tutto sommato ancora giovane (il millennio poi è neonato) e quindi appare un'ipoteca un po' impegnativa per il futuro. Chissà quante foto del secolo ci saranno ancora fino al 31 dicembre 2099 (o 2100?), ammesso che ci siano ancora le foto, allora.

Ma l'immagine del buco nero, la cosa meno instagrammabile che una blogger possa immaginare nei suoi pensieri tacco-12, è indubbiamente uno scatto epocale. Meno romantica (ancorché sceneggiata) del bacio di Alfred Eisenstaedt a Times Square, meno tambureggiante dei soldati americani che issano le stelle e le strisce a Iwo Jima, meno disturbante del miliziano colpito da un proiettile durante la guerra civile spagnola «fermato» con fortuna e classe da Robert Capa, meno conquistatrice di Edwin Aldrin che va a zonzo sulla Luna con la sua tuta che cinquant'anni dopo non ha smesso di sembrarci il massimo del progresso possibile, meno commovente della bambina vietnamita che corre con il corpo nudo infuocato dal napalm. Eppure storica, clamorosa, inimmaginabile, in qualche modo mozzafiato.

Che strano secolo questo che ha il suo precoce simbolo iconico in un buco nero dal nome di una superstrada (M87), oggetto cosmico che sviluppa un campo gravitazionale irresistibile, che inghiotte tutto, perfino la luce, e infatti è nero nero per questa precisa ragione. Nessuno di noi, tranne astronomi, laureati in fisica e nerd con gli occhiali saprebbero spiegare di che cosa si tratti, eppure tutti utilizziamo la locuzione buco nero come pozzo senza fondo, spesso per definire con semplificazione giornalistica gli sprechi di soldi pubblici, oppure qualcosa di misterioso che però produce effetti devastanti. Da questo punto di vista sì, il buco nero è un ottimo candidato simbolo per un'epoca isterica e angosciante, in cui tutti sembriamo attratti da una forza aggressiva e senza un watt di illuminazione.

Il Duemila quando era il futuro era il codice numerico della felicità, e ora che è il presente è un buco nero che ci inghiotte.

Commenti