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Merkel si dà altre 3 settimane E la Germania sembra l’Italia

La Cancelliera accetta l’invito del presidente Steinmeier Ma forse i liberali hanno già deciso di tornare alle urne

Merkel si dà altre 3 settimane E la Germania sembra l’Italia

B ellevue come il Quirinale. In queste ore il palazzo berlinese adibito a residenza ufficiale del presidente tedesco assomiglia un po' di più all'ex residenza dei Papi posta sul più alto dei colli romani.

La somiglianza non è esteriore bensì nei riti. Perché in queste ore il primo cittadino della Germania Frank-Walter Steinmeier sta consultando i partiti tedeschi uno a uno, i presidenti della due Camere del Parlamento e quello della Corte costituzionale. Il giro di incontri che fa tanto Prima Repubblica italiana è la soluzione di Steinmeier per superare la crisi della cosiddetta coalizione Giamaica. Un'alleanza morta ancora prima di nascere alla quale i cristiano democratici (Cdu) della cancelliera Angela Merkel avevano lavorato per un mese assieme ai cristiano-sociali bavaresi (Csu), ai Verdi e al partito liberale (Fdp).

È stato proprio il leader della Fdp, l'irrequieto Christian Lindner, a mandare domenica notte il negoziato a carte quarantotto, sottolineando le differenze programmatiche incolmabili fra il suo partito e quello ecologista. Tradizionale difensore delle imprese, il partito liberale non ha gradito anni fa l'uscita della Germania dal nucleare, figurarsi se poteva tollerare le proposte degli ecologisti per uno stop ai motori diesel e alle centrali a carbone. Anche sull'immigrazione Verdi e liberali hanno visioni contrastanti se non incompatibili.

Eppure sono in tanti in Germania a credere che quando Lindner ha sbattuto la porta non l'abbia fatto per questioni di principio un accordo era vicino, si sono lamentati alcuni Verdi ma per accendere i riflettori sul proprio partito. E forse tirare uno sgambetto mortale alla tre volte cancelliera. Perché il sangue che corre fra Fdp e Cdu non è buono. I due partiti hanno governato insieme fra il 2009 e il 2013 ma quando sono tornati alle urne, i liberali sono sprofondati sotto la soglia del 5%, mancando per la prima volta nella loro storia l'ingresso al Parlamento.

Da allora l'Fdp l'ha giurata non tanto alla Cdu, che resta l'alleato naturale dei liberali, quanto a Merkel: il siluro alla Giamaica potrebbe essere un tentativo di farla fuori. Più in generale, Lindner sta spostando il partito a destra, per intercettare il voto moderato in fuga dalla Cdu. Con la sua politica di accoglienza ai profughi mediorientali, Merkel ha deluso non pochi elettori di centrodestra ai quali Lindner vuole offrire un approdo più spendibile di quello di AfD, lo scalmanato partito xenofobo infiltrato dall'ultradestra.

Merkel intanto ci riprova. Con la copertura di Steinmeier, che ha chiesto ai partiti di pensarci bene prima di riportare il Paese alle urne, la Cancelliera ha mandato avanti il suo braccio destro Peter Altmaier a dire che «entro tre settimane dobbiamo arrivare a capire se ci sono le condizioni per un governo stabile sulla base del risultato elettorale». Quello cioè del 24 settembre, quando Merkel e la Cdu hanno vinto male le elezioni, traditi da milioni di elettori che hanno votato AfD per protesta.

Ora la Cancelliera torna a fare la corte al killer della Giamaica, mentre i socialdemocratici tornati all'opposizione dopo il cattivo risultato di settembre si rifiutano di lanciare una ciambella di salvataggio a Merkel ma subiscono le pressioni in questo senso dello stesso Steinmeier (anche lui targato Spd).

E fra chi vuole un governo e chi chiede le elezioni, il vice capogruppo della Cdu al Bundestag, Arnold Vaatz, si è speso a favore del governo di minoranza, che pure Merkel rifiuta.

Una situazione sfilacciata, insomma, da Prima Repubblica.

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