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Schede "fai da te" e scontrini fiscali Il voto all'estero si conferma un circo

E dallo spoglio spunta un ritardatario del referendum sulle trivelle

Schede "fai da te" e scontrini fiscali Il voto all'estero si conferma un circo

Roma - Il timore che il voto degli italiani all'estero risultasse decisivo per l'esito referendario e diventasse il vero ago della bilancia è circolato per settimane. Le missioni oltreoceano dei ministri del governo Renzi, l'inatteso aumento dell'affluenza e i consueti rischi connessi a un meccanismo considerato ad alto rischio hanno acceso polemiche e allarmi. Alla prova dei fatti il «fattore estero» non ha fatto la differenza, ma solo per l'inattesa mobilitazione degli italiani che hanno sommerso il ddl Boschi sotto un diluvio di No.

Il voto dei nostri connazionali sparsi nei cinque continenti, però, ha rispettato perfettamente le aspettative, con una netta vittoria del Sì con il 64,7% contro il 35,3% dei No. Nel dettaglio nella circoscrizione Africa, Asia, Oceania Antartide: 59,7 contro 37. In America Meridionale 71 contro 28. In America Settentrionale e Centrale, 62,2 contro 37,8. In Europa 62,4 contro 37,6. Lo score totale è di 772.672 voti contro 394.253. Insomma, per dirla con una battuta del dirigente di Fdi, Francesco Di Giuseppe: «Renzi piace agli italiani all'estero. Agli italiani piace Renzi all'estero».

Il Sì è riuscito ad avere la meglio nella stragrande maggioranza dei Paesi. In particolare in quelli che contano tanto in termini numerici come Argentina, Germania, Svizzera, Francia, Brasile, Stati Uniti, Canada, Belgio, Regno Unito, Australia e Spagna.

Il No, invece, ha conseguito i successi più ampi in Paesi come Laos, Swaziland e Trinidad e Tobago, dove però i numeri sono decisamente esigui visto che gli elettori che hanno respinto le modifiche alla Costituzione sono stati rispettivamente 29, 27 e 12. Successo per il «No» anche in Armenia, Barbados, Bulgaria, Brunei, Cambogia, Costarica, Danimarca (di una incollatura), Emirati Arabi, Estonia, Federazione Russa, Finlandia sempre di pochissimo, Giamaica, Giappone, in India (5 voti), Irlanda, Islanda, Kazakistan, Kenya, Kuwait, Lettonia, Libano, Lituania, Malesia, Maldive, Malta, Nepal, Nigeria (di 5 voti), Norvegia, Nuova Zelanda, Oman, Pakistan, Polonia, Qatar, Repubblica Ceca, San Marino, Slovacchia, Taiwan, Thailandia, Ungheria, Uzbekistan e Vietnam.

L'altra partita che si è giocata è stata quella dello spoglio nel grande bunker della Protezione civile a Castelnuovo di Porto. E qui il lavoro degli scrutatori ha assunto contorni surreali. Dentro i plichi è stato trovato di tutto. Da un assegno da 7 mila pound a una lettera indirizzata a una banca. Da un passaporto a una nota di protesta al Consolato per sottolineare che l'elettore non poteva più votare in quanto deceduto. Non sono mancati gli scontrini e altri oggetti finiti per errore nelle buste. Ma il campionario delle amenità non finisce qui. C'è chi ha inviato una scheda relativa al referendum sulle trivelle. Chi, per votare No, ha pensato bene di ritagliare la scheda e inviare solo la parte recante quel segno grafico. Di tutto e di più anche da parte dei votanti del Sì. C'è chi ha riempito di inchiostro la parte interna delle due lettere; chi in assenza di scheda ha spedito un bigliettino scrivendo a mano su carta semplice: «Mi è giunta la busta senza la scheda. Il mio voto è sì».

Di certo, come testimonia il responsabile nazionale difensori del voto, Forza Italia questa volta è stata presentissima con 1.400 rappresentanti. «Abbiamo organizzato una struttura seria ed efficiente che ha lasciato lo spoglio soltanto quando l'ultimo seggio ha spento la luce e ha fatto annullare migliaia di voti.

Un'operazione da ripetere e consolidare alle Politiche».

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