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Scialpi: "Io ricoverato, mio marito trattato come un estraneo"

Il cantante omossessuale Giovanni Scialpi racconta il suo recente ricovero per problemi cardiaci e l'esclusione del suo Roberto da parte dell'ospedale

Scialpi: "Io ricoverato, mio marito trattato come un estraneo"

"Non ci devono più essere cittadini di serie A e di serie B, non è accettabile. Ho rischiato di morire e mio marito - che per la legge italiana non esiste - è stato tenuto fuori. Se stai male vuoi accanto la persona che ti è più cara, e non vale solo per gli omosessuali. La legge sulle unioni civili deve tutelare tutti". Giovanni Scialpi, intervistato da Repubblica, racconta che il marito Roberto Blasi non ha potuto assisterlo quando lui è stato ricoverato in ospedale per problemi cardiaci.

"Roberto, non essendo un parente, non è stato informato dai medici di quello che accadeva. Sono rimasto solo al mondo: ho una zia a Parma non giovanissima, il mio compagno, la persona più importante della mia vita, per lo Stato non ha diritti e non decide", ha detto il cantante a cui è stato messo un pacemaker dopo che i suoi battiti cardiaci erano scesi a quota 35. "Due vedove che vivono insieme o due amici anziani che dividono le spese di casa - senza implicazioni sentimentali - devono poter contare sui diritti. Se stai male, chi decide per te?", si chiede Scialpi che attacca la politica che "sta invadendo un po' troppo lo spazio vitale dagli italiani" sulle unioni civili perché "il diritto primario di essere libero di amare e di essere tutelato non deve avere distinzioni se il legame è tra un uomo con un uomo, con una donna, o tra due donne. Siamo uguali". "Maurizio Lupi - attacca il cantante - deve decidere chi può avere i figli e come? Pensi a suo figlio e non venga a dire a me che non ho il diritto di essere genitore solo perché sono omosessuale. Oggi essere integralisti - di sinistra, di destra - è anacronistico.

La cultura va verso la moderazione, una società aperta".

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