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"Sciopero della plastica" L'industria esasperata pensa alla protesta choc

Scudieri (Adler): «Chiudiamo un mese, forse ci ascoltano». Federauto: il cuneo fiscale cresce

"Sciopero della plastica" L'industria esasperata pensa alla protesta choc

«L a plastic tax è devastante e mortificante per la nostra industria e penalizzante anche per i consumatori. Ci vorrebbe uno sciopero fiscale contro chi sta cercando di distruggere l'economia italiana spacciando l'attenzione per l'ambiente con la persecuzione di chi produce». Paolo Scudieri non usa mezzi termini per attaccare la tassa sulla plastica che avrà un impatto anche sull'automotive in cui opera il gruppo Adler, di cui è presidente e azionista di controllo. Leader mondiale nella componentistica, la Adler ha sede a Ottaviano (Napoli) ma è presente in 23 Paesi con 64 stabilimenti, un fatturato di 1,5 miliardi di euro e oltre 11.000 dipendenti. Ed è fornitore di big come Ferrari, Porsche, Audi e Rolls-Royce.

È lunga la lista dei prodotti su cui si applicherà la tassa da un euro al chilo. «Così come si paventa, si abbatterà sul prezzo del prodotto e alla fine pagherà anche il consumatore. Senza dimenticare i rischi per la salute perché verranno usati prodotti alternativi che favoriscono le proliferazioni batteriche», spiega l'imprenditore al Giornale.

Prima di adottare provvedimenti simili, bisognerebbe confrontarsi con chi lavora nel settore. «Qui nessuno è contro l'ambiente, nel nostro caso investiamo il 4% del fatturato in ricerca, sviluppo e nuovi progetti». Così invece «si colpiscono in modo demagogico molti settori industriali, senza tenere conto del fatto che sono sempre di più le imprese che, senza incentivi, contribuiscono già all'economia circolare». Adler, ad esempio, realizza tessuti per moquette riciclando il 100% delle bottiglie di plastica in Pet attraverso un'accurata operazione di lavaggio, coriandolatura, fusione, calibratura e tessitura del filo. Prodotti nello stabilimento di Acerra, in Campania, i tessuti vengono utilizzati per i tappetini destinati alle vetture di tutto il mondo. «Una stretta generalizzata sulla produzione rischia soltanto di frenare l'industria senza incentivare le buone pratiche che fanno la differenza», aggiunge Scudieri. Che lancia un appello alle associazioni di categoria affinché facciano fronte comune con uno sciopero fiscale e dell'industria, «nei confronti di chi fa demagogia nel nome di un falso ecologismo votato al consenso elettorale, col risultato di distruggere l'economia italiana ed europea. Bisogna far capire con un'azione condivisa quanto siamo esausti di queste aggressioni continue. Se le aziende chiudessero un mese forse il governo capirebbe quanto valgono».

Ma anche il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, alza le barricate contro la nuova tasse sulle flotte auto. Cosentino ha scritto una lunga lettera al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dal titolo eloquente: «Non aiutateci più!». Lo scorso 18 ottobre il ministro ha avuto un confronto con tutti gli stakeholder della filiera che hanno suggerito proposte, offerto spunti di riflessione e soluzioni operative. «In tutta risposta - scrive Cosentino - il governo ha pensato bene di andare ancora una volta a cercare risorse dal nostro settore. E dove? Accanendosi sulla tassazione delle auto aziendali, rendendo fiscalmente più oneroso il prelievo fiscale sui fringe benefit ed aumentando così anche il cuneo fiscale sul lavoro dipendente che usufruisce di tali benefit». Di questo passo, conclude amaramente la missiva, «il lavoro per il Mise aumenterà notevolmente e richiederà uno straordinario impegno supplementare per gestire le crisi aziendali».

E in serata fonti di Palazzo Chigi (Rocco Casalino & Co.) fanno sapere che il premier

html">Giuseppe Conte intende incontrare aziende coinvolte ed esperti per un confronto sulle misure che riguardano il settore.

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