Politica

Sciopero selvaggio, pacchi in ostaggio da un mese

Sda paralizzata da agitazioni sindacali, gli acquisti di mezza Italia fermi nei magazzini

Sciopero selvaggio,  pacchi  in ostaggio da un mese

Roma - Sono passati giorni, settimane, ormai quasi un mese, e del pacco che aspettavate non c'è traccia? Anche se la merce magari l'avevate ordinata su Amazon, solitamente puntualissima nelle consegne?

Niente paura, non si è perso, è solo ostaggio di uno sciopero che da oltre un mese sta mettendo in ginocchio il corriere italiano Sda, uno dei più utilizzati, creando danni incalcolabili all'azienda controllata dalle Poste Italiane ed enormi disagi a migliaia di utenti, tenuti sotto scacco da un gruppo di dipendenti di una cooperativa che gestisce in subappalto alcuni servizi del corriere e da un paio di sindacati che non si mettono d'accordo sulle rivendicazioni da avanzare. Nel frattempo, mentre le sigle litigano e i consumatori aspettano che suoni il citofono, ci sono oltre 70mila pacchi bloccati nei magazzini con la merce accatastata e la Sda - un colosso delle spedizioni da anni in perdita pur occupandosi delle consegne di chi acquista on line - che ha perso il 50 per cento dei volumi e di conseguenza il 50 per cento dei ricavi. Tutto con la speranza che il normale traffico possa riprendere quanto prima, per non compromettere anche la stagione più proficua per le spedizioni, quella natalizia, ormai alle porte. Gli utenti sono imbufaliti, sia chi i pacchi li ha spediti e rischia di perdere i clienti, sia chi li aspetta invano da settimane e teme di non rivedere né gli acquisti né i soldi. Vestiti, libri, oggetti personali, ma anche strumenti di lavoro, merce deperibile e materiali che oltre una certa data potrebbero non servire più a chi li ha acquistati. I malcapitati non sanno come muoversi, a chi chiedere notizie, si affidano alle associazioni di consumatori come il Codacons, che ha già presentato due esposti in Procura, a Roma e Milano, o all'Adiconsum che ha postato su Facebook le «istruzioni per l'uso» destinate a chi è coinvolto nella vicenda. «Attendo un pacco dal 12 settembre: risulta fermo all'hub di Milano dal 19 settembre, poi più nulla. Adesso la merce, oltretutto nuova, non mi serve più, era urgente: come mi risarciscono?», scrive Cristina, una delle tante. Sergio invece vuole sapere come potrà recuperare il denaro speso: «Tra due giorni fa un mese che aspetto la merce che ormai non mi serve più. Perso cliente, guadagno e probabilmente il capitale di ben 370 euro. Il mittente dice che lui ha spedito regolarmente e non mi risarcisce di nulla. Domanda: chi allora? O sono il pollo di turno?». Qualcuno, come Luigi, si pone degli interrogativi sul comportamento delle Poste: «Ho spedito un pacco il 14/09, è in ostaggio a Milano come altri migliaia. Come è possibile che Poste italiane ha raccolto i pacchi e i soldi nonostante fosse al corrente del disagio in Sda?». Centinai di messaggi, tutti uguali, di gente che non sa a chi rivolgersi. Qualcuno fa anche due conti su quanto potrebbero costare all'azienda eventuali richieste di danni: «Faccio un rapido calcolo, avete sequestrato 100mila pacchi illegalmente, se tutti vi fanno causa in media a 200 al pacco sono 20 milioni di euro. Vi voglio vedere falliti! Ve lo meritate con il vostro servizio da terzo mondo!».

Una situazione sempre più ingestibile.

Con la merce che deperisce nei capannoni invasi dai topi e l'ad dell'azienda, Paolo Rangoni, che denuncia in Senato problemi di ordine sanitario e l'impunità dei sindacati che impediscono di lavorare ai dipendenti che non vogliono scioperare.

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