Cronache

Scontrino omofobo a una coppia gay Licenziato il cameriere

Alle vittime della frase sessista è stato chiesto scusa e offerta la cena. Caso chiuso? Macché

Scontrino omofobo a una coppia gay Licenziato il cameriere

Le battutine sui gay sono intollerabili. Non per la menata dell'«omofobia», ma perché sono sempre le stesse. Da secoli. Ormai non fanno più ridere neppure Pierino, quello delle barzellette super cretine. E davanti alla super cretinaggine non serve offendersi o indignarsi, è sufficiente un sorrisetto di pietosa commiserazione. Invece la coppia di ventenni omosex che dopo aver cenato in un ristorante romano - la «Locanda Rigatoni» - si è ritrovata tra le mani uno scontrino con l'appunto «No pecorino, sì frocio», ha preferito allertare il «Gay Center» (una specie di 118 d'emergenza per episodi di discriminazione di genere). Ne sono seguite «indignate prese di posizioni» e «ferme condanne»: il tutto per stigmatizzare, con pomposi dibattiti, la semplice stupidità e maleducazione di un cameriere; che alla fine, oltre a rimetterci la faccia, ci ha rimesso il posto. Ma in cosa è consistito il suo «atto inqualificabile»? La coppia ordina dei primi, chiedendo di sostituire dalla carbonara il pecorino con il parmigiano. Il cameriere prende nota, aggiungendo alla fine sullo scontrino quattro «spiritose» (in realtà, miserevoli) parole: «No pecorino, sì frocio».

La coppia fa notare al cameriere che quella scritta non è divertente, ma il dipendente ridendo si giustifica parlando di un errore del computer. Interviene anche la proprietaria, ribadendo il «problema tecnico» e cercando di minimizzare. Alla dine della discussione i commensali accettano di farsi offrire la cena a titolo «risarcitorio». Vicenda chiusa? Macché. I due giovani prima denunciano l'accaduto al sito «Lgbt Bitchyf» e poi al numero verde del «Gay Help Line» per chiedere «supporto legale».

«Quanto accaduto è un fatto molto grave - ha commentato Fabrizio Marrazzo, responsabile del «Gay Help Line» e portavoce «Gay Center». -. Non è accettabile che una coppia gay non possa andare in un ristorante nel centro della Capitale senza venire offesa e rovinarsi la serata. Chiediamo alla sindaca Raggi di revocare la licenza al ristorante e valutare anche le sanzioni da adottare. I ristoranti sono dei locali con licenza pubblica e pertanto azioni discriminatorie non possono essere consentite. Inoltre, invitiamo sin da subito tutti i cittadini e turisti a boicottare tale locale».

La direttrice della «Trattoria Rigatoni» è prostrata: «Giovedì 19 luglio è accaduto un fatto grave. Nel nostro locale, un cameriere ha compiuto un atto inqualificabile nei confronti di due clienti, stampando sulla comanda un insulto omofobo, da cui tutta la direzione e il personale della Locanda Rigatoni prende le più decise e convinte distanze. Ci teniamo a precisare che, fermo restando la gravità dei fatti, la direttrice del locale ha immediatamente condannato l'atto del cameriere e si è scusata con i clienti, inorridita dal fatto incriminato come e, se possibile, più di loro».

«Coerentemente con tale comportamento, - continua la nota - comunichiamo che il cameriere è stato licenziato in tronco, non rappresentando in alcun modo la filosofia e lo stile della Locanda Rigatoni. Ovviamente il cameriere responsabile di questa spiacevole vicenda ne risponderà in prima persona. La proprietà, lo staff del locale e la direttrice da sempre considerano la Locanda Rigatoni la casa di tutti. Siamo da tempo impegnati in programmi per l'integrazione di rifugiati nel nostro locale e chiediamo ufficialmente alla comunità Lgbt di costruire insieme un percorso per riaffermare i valori di tolleranza, rispetto e apertura, che sono da sempre gli elementi fondanti del nostro modo di fare ristorazione».

Buon appetito a tutti.

Commenti