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Scuola, Renzi tira dritto: "Nessun ricatto". In Senato pressing sulle opposizioni

Il premier: "Non assumiamo senza cambiare il modello organizzativo". I relatori in pressing sui gruppi parlamentari: "Via gli emendamenti"

Scuola, Renzi tira dritto: "Nessun ricatto". In Senato pressing sulle opposizioni

Nessun ricatto sulla scuola. All'indomani dell'intervista a Porta a Porta in cui paventava un rinvio dell'intera riforma - nello stesso momento in cui il Pd spronava la minoranza a lavorare sul ddl entro tre giorni - Matteo Renzi sostiene di non aver mai voluto minacciare nessuno con le sue parole.

E lo fa con un lungo post su Facebook in cui ribadisce che la sua Buona scuola prevede una riforma organica dell'intero sistema scolastico italiano: "Puoi assumere solo e soltanto se cambi il modello organizzativo", scrive il premier, "Dare più professori alle scuole impone l’autonomia degli istituti e una diversa organizzazione". E aggiunge: "O il provvedimento è una sciagura come dice chi protesta. Oppure come pensiamo noi può essere migliorato ma è la prima riforma che dopo decenni mette soldi sulla scuola e dà continuità educativa. Discutiamo, facciamo modifiche ma poi votiamo. Altrimenti saltano gli investimenti". E ancora: "Altrimenti la scuola diventa ammortizzatore sociale per i precari e non servizio educativo per i nostri ragazzi e le famiglie. Assumiamo i professori per metterli a lavorare, in un sistema organizzativo diverso (e questo spiega il ruolo del preside, su cui si può discutere, ma qualcuno che decide nella scuola dell’autonomia ci vuole. O pensiamo di andare avanti con le circolari da Roma?)"

Intanto in Senato è iniziato il pressing dei relatori sui gruppi parlamentari perché sfoltiscano il numero degli emendamenti consentendo quindi la sua approvazione in tempi brevi e permettendo l'assunzione dei precari già da settembre. "Se le opposizioni riducono consistentemente il numero di emendamenti, la commissione istruzione è in grado di approvare il ddl scuola in due sedute", ha assicurato il presidente della Commissione Istruzione, Andrea Marcucci, "La proposta di stralcio delle assunzioni non sta in piedi, senza l’autonomia e l’aumento dell’offerta formativa non ha senso assegnare cattedre aggiuntive. In ogni caso, il ddl del Governo Renzi non sarà ritirato ma approfondito a luglio con una conferenza nazionale per poi riprendere il suo iter in Senato. La decisione è in mano a tutti i gruppi parlamentari, con la buona volontà è ancora possibile approvare il testo e far partire le assunzioni da settembre 2015".

Alla fine la Commissione ha accettato la richiesta dei relatori di far slittare a martedì la discussione per permettere alle opposiozionei di lavorare allo sfoltimento degli emendamenti.

Intanto i sindacati sono tornati sul piede di guerra e si sono riuniti di nuovo al Pantheon a Roma per un'assemblea aperta in cui discutere della riforma. Da giorni, poi, la Cgil sta portando avanti uno sciopero della fame a staffetta che, dopo Bologna e Ferrara, oggi e domani tocca Modena.

"Non si possono condizionare le 100mila assunzioni degli insegnanti all’espressione di un consenso sui contenuti sbagliati del disegno di legge sulla scuola", aggiunge Annamaria Furlan (Cisl), "La stabilizzazione dei rapporti di lavoro è fondamentale per tante persone che da anni lavorano nella scuola e sono indispensabili per il regolare funzionamento".

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