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Le scuole? Possono aspettare Renzi rinvia il piano sicurezza

Posticipato di un anno il termine per la messa a norma degli istituti per i rischi di incendio E slitta al 30 aprile il limite per assegnare gli appalti per eliminare il pericolo di crolli

Le scuole? Possono aspettare Renzi rinvia il piano sicurezza

L a messa in sicurezza degli edifici scolastici può attendere. Per il governo meglio non fare oggi quello che puoi rimandare a domani, anche l'adeguamento alle norme antincendio degli istituti scolastici. Eppure Matteo Renzi, appena assunto l'incarico di presidente del Consiglio, aveva garantito che la priorità di questo governo sarebbe stata la sicurezza degli edifici scolastici. Ma se in materia di promesse è stato prodigo non è stato altrettanto generoso nel mantenerle. L'ultimo impegno mancato di un lungo elenco è proprio quello sulla messa in sicurezza dell'edilizia scolastica. Il «classico» decreto Milleproroghe di fine anno è servito a far slittare di un anno l'adeguamento degli istituti scolastici alla normativa antincendio, rimandato al 31 dicembre 2016. Slittamento prevedibile. La promessa di Renzi era irrealizzabile visto che soltanto il 35 per cento delle scuole è dotato del certificato di prevenzione antincendi. Dunque quella del premier era, consapevolmente, una promessa da marinaio visto che i plessi scolastici fuori norma sono circa ventimila secondo un calcolo della Uil scuola.Ma il dato che colpisce di più è che la percentuale di edifici a norma antincendio è aumentata soltanto del 5 per cento rispetto al 2014 quando era stato registrato un 30 per cento di edifici in regola. Quindi con questi ritmi è ipotizzabile che la promessa di Renzi si realizzi, sì, ma nel giro di una dozzina d'anni.Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, evidenzia che non è questo l'unico slittamento previsto dal Milleproroghe. La riforma della Buona Scuola prevedeva anche che entro il 16 gennaio del 2016 venissero aggiudicati gli appalti per i lavori di messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici. Nel decreto invece la scadenza viene fatta slittare di 4 mesi fino al 30 aprile 2016. Dunque nessun miglioramento sostanziale in una situazione ancora disastrata come raccontavano i dati raccolti da Legambiente. Il 39 per cento delle scuole necessita di manutenzione urgente e il 30 si trova in zone ad alto rischio sismico.La messa in sicurezza degli istituti scolastici non è l'unica promessa mancata di Renzi sulla scuola. Forse la sparata più grossa, palesemente irrealizzabile, era quella sulla cancellazione del precariato e delle supplenze. Il governo infatti con la Buona Scuola aveva garantito che già da quest'anno scolastico non ci sarebbero stati più precari e supplenze. In realtà i precari non solo restano ma fino ad ora hanno pure dovuto lavorare gratis. Sono almeno 30mila i precari coinvolti in tutta Italia nelle cosiddette supplenze «brevi» (ovvero quelle che non coprono l'intero anno scolastico) che per il momento non hanno ricevuto lo stipendio dall'inizio dell'anno scolastico. Dunque quelli saliti in cattedra a settembre stanno lavorando senza stipendio da 4 mesi. Era stato loro promesso il pagamento prima di Natale ma il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, e quello dell'Economia, Pier Carlo Padoan, hanno firmato il decreto per il pagamento soltanto il 23 dicembre. La promessa è che gli stipendi verranno accreditati il 19 gennaio.

Intanto i precari non soltanto non sono stati assunti ma oltretutto trascorrono le feste senza stipendio.

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