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Le scuse del Papa ai Rohingya "In voi c'è la presenza di Dio"

Francesco incontra un gruppo di 16 persone dell'etnia islamica perseguitata. «Religioni unite contro chi divide»

Le scuse del Papa ai Rohingya "In voi c'è la presenza di Dio"

Alla fine, nel secondo giorno di permanenza in Bangladesh (il quinto del viaggio in Asia), Papa Francesco pronuncia per la prima volta un termine considerato tabù in Myanmar, ovvero quello dei Rohingya. Ma va oltre, Bergoglio, e incontra 16 rifugiati della minoranza musulmana perseguitati e costretti a fuggire dalla ex Birmania in Bangladesh.

È avvenuto al termine dell'incontro interreligioso ed ecumenico per la pace, nel giardino dell'arcivescovado di Dacca, capitale del Paese, dove il Pontefice ha abbracciato i rifugiati provenienti da Cox's Bazar, sul Golfo del Bengala. Dodici uomini, due donne e due bambini: raccontano la loro storia al Papa, che ascolta, in silenzio. Sono momenti di commozione; alcuni si lasciano andare alle lacrime. Sono storie di persecuzioni e di fuga dal proprio paese di origine per motivi religiosi ed etnici.

«Oggi la presenza di Dio è anche chiamata Rohingya», ammonisce il Papa argentino. «La vostra tragedia è molto dura e grande aggiunge Bergoglio - ma le diamo spazio nel nostro cuore». Poi un vero e proprio mea culpa. «A nome di tutti quelli che vi perseguitano e vi hanno fatto del male, soprattutto nella indifferenza del mondo, chiedo perdono, perdono». E poi il monito: «Facciamo vedere al mondo cosa fa l'egoismo con l'immagine di Dio. Continuiamo ad aiutarli, non chiudiamo i nostri cuori, non voltiamoci dall'altra parte. Continuiamo a stare loro vicino perché siano riconosciuti i loro diritti. Farò tutto ciò che posso per aiutarvi». Le religioni, sottolinea il Papa durante l'incontro interreligioso, «siano unite contro chi cercherà di fomentare divisione, odio e violenza in nome della religione».

«Quanto ha bisogno il mondo di un cuore che batte con forza prosegue il Papa - per contrastare il virus della corruzione politica, le ideologie religiose distruttive, la tentazione di chiudere gli occhi di fronte alle necessità dei poveri, dei rifugiati, delle minoranze perseguitate». In mattinata Bergoglio aveva celebrato messa davanti a centomila fedeli, la minoranza cattolica del Paese, ordinando per la prima volta durante un viaggio sedici nuovi sacerdoti. E rivolgendosi alle centinaia di migliaia di pellegrini arrivati da tutto il Paese, Francesco ha detto: «So che tanti di voi sono venuti da lontano e hanno fatto un viaggio anche di due giorni per essere qui, grazie della vostra generosità».

Oggi ultima giornata in Bangladesh.

In programma l'incontro con i sacerdoti e i religiosi e l'abbraccio ai giovani nel Notre Dame College di Dacca.

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