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Se anche il Corriere adesso fa marcia indietro sul via libera allo ius soli

Editoriale di Galli della Loggia stronca la legge sulla cittadinanza: segno che l'aria è cambiata

Se anche il Corriere adesso fa marcia indietro sul via libera allo ius soli

Per misurare il rapporto tra un tema politico e gli italiani c'è un indicatore infallibile. Il Corriere della sera. Strumento di potere di un sistema economico-élitario per natura fortemente conservatore ma che ama presentarsi ai lettori come ecumenicamente progressista, il Corriere è una cartina di tornasole efficientissima. Quando svolta a destra, significa che davvero il vento è cambiato. Basta leggere il fondo di prima pagina.

Ieri il fondo era firmato dal politologo Ernesto Galli della Loggia, fra i meno accondiscendenti alla linea liberal che va per la maggiore in via Solferino. Titolo dell'articolo: «Lo ius soli e i dubbi legittimi». Il pezzo - molto più duro di quanto concede il titolo, ma decisamente pacato nei toni - raffredda sotto una doccia gelata di buon senso l'eccitazione scalmanata dei sostenitori dello ius soli. È sufficiente - si chiede il commentatore del Corriere della sera - essere nati in Italia da genitori con regolare permesso di soggiorno e compiere un ciclo scolastico di cinque anni per poter ottenere la cittadinanza italiana? Risposta: no, se i suddetti requisiti non garantiscono la condivisione dei nostri valori e stili di vita. Cosa che per molte etnie non presenta alcun problema, ma che nel caso delle comunità musulmane fortemente ancorate ai propri principi religiosi - ecco il «dubbio legittimo» di Galli della Loggia - è ragionevole pensare non accada. Del resto i casi di Inghilterra e Francia, fra radicalismo e banlieue, dimostrano quanto i giovani musulmani nati e cresciuti in quei Paesi restino legati alla fede delle nazioni di origine e odino invece il Paese che li ha accolti.

Comunque, al di là dell'analisi più o meno condivisibile di Galli della Loggia, ciò che interessa da un punto di vista politico è altro. E cioè il fatto che l'articolo non è stato confinato (come accaduto altre volte nel caso di interventi fuori-linea sul tema dell'immigrazione) nella pagina dei «Commenti», come semplice opinione. Ma ha è stato scelto come fondo. È, insomma, l'articolo che esprime la linea - editoriale, appunto - del Corriere della sera.

Dando voce, in prima pagina, ai timori conservatori (che altri chiameranno rigurgiti razzisti) contro gli entusiasmi progressisti (che altri chiameranno sensibilità umanitaria), il prestigioso foglio milanese ha spiegato molto bene, a tutti, che il Paese sta andando da un'altra parte rispetto ai politici che sostengono lo ius soli in Parlamento. E una ulteriore dimostrazione sono i commenti sul Corriere.it all'articolo di Galli della Loggia: nella stragrande maggioranza favorevolissimi. Due settimane fa, del resto, l'appello per dire sì allo ius soli lanciato da cento intellettuali sulle pagine di Repubblica (e stiamo parlando della roccaforte del pensiero liberal, a favore dell'accoglienza tout court, senza «legittimi dubbi») raccolse, nella sezione online, una valanga di critiche e rifiuti.

Dimostrazione inequivocabile, anche se fastidiosa per molti, del totale scollamento fra il senso di realtà dei cittadini e l'astratto umanitarismo di certa intellettualità.

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