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Se la guerra alle fake news genera mostri

Se la guerra alle fake news genera mostri

Tutta colpa di internet? «Che investighi e scopra, se può, chi abbia diffuso qualunque falsa notizia e proceda contro costoro». È l'incarico conferito a sir Robert Holt, giudice della contea di Warwick, Inghilterra, come annotato nei registri giudiziari locali. Era il 1668, trecento anni esatti prima che il primo embrione del web (si chiamava Arpanet) iniziasse a sconvolgerci la vita. Sono trascorsi in tutto 350 anni e ancora una volta le autorità cercano di mettere la museruola alle cosiddette fake news. Con un'escalation di provvedimenti, sempre più duri e illiberali. L'ultimo caso è clamoroso: il governo tedesco ha annunciato una bozza di legge che prevede multe fino a 50 milioni per i siti e i social network che non provvedano tempestivamente a rimuovere notizie fasulle e «hate speech», cioè discorsi che incitano all'odio. Si potrebbero liquidare provvedimenti come questo come velleitari, visto che il falso si può nascondere anche nel miliardo di post pubblicati ogni giorno su internet. Ma a rendere grave quest'idea è la loro stessa ispirazione: guarda caso, il dibattito sulle fake news è esploso all'indomani di tre voti democratici il cui esito non è stato gradito da una parte dell'establishment politico: Brexit, elezione di Trump e referendum costituzionale italiano. E la legge tedesca arriverà alla vigilia delle elezioni politiche in cui Angela Merkel si gioca il futuro. Non è una questione di complottismo, perché la lotta alla cosiddetta «post verità» non è segreta, pur se giustificata con lo scopo apparente di salvare la democrazia dalla fabbrica delle bufale e dal rischio di influenze di potenze straniere (a proposito di complottismi). La realtà, è più complessa. Di sicuro c'è una corsa a costruire balle-acchiappaclic per fare soldi. Ma trova spazio solo perché nessuno si fida più delle élite degli esperti, troppo spesso beccati a mentire a pagamento o per interessi meschini. La legge tedesca, che impone di cancellare le fake news entro 24 ore rischia di creare abusi impensabili, e non solo nei regimi autoritari. Altrettanto folle è delegare ad aziende come Facebook, che, per dire, ha censurato la statua del Nettuno di Bologna perché troppo osé. Tanto varrebbe allora vietare la stupidità umana, vero carburante che alimenta le fake news. Se fosse possibile, però, leggi così non verrebbero mai proposte.

Twitter: giuseppemarino_

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