Cronache

Se l'amore per un cane fa la fortuna

Pur finito sotto i ponti Pete non ha mai abbandonato l'animale: la sua bontà è stata ricompensata

Se l'amore per un cane fa la fortuna

Due storie geograficamente lontane ma molto vicine nello spirito natalizio. La prima riguarda un homeless, quello che da noi, in modo dispregiativo, chiamiamo barbone.Pete Bachmann è un senzatetto e ha una storia tribolata. Nel mese di novembre i lettori di un quotidiano del Delaware (Usa) leggono la notizia di un uomo che, per una serie infinita di traversie, perde tutto, dalla famiglia al lavoro. L'unica cosa cara che gli resta è «Bester», un incrocio tra Boxer e Rottweiler di nove anni, che diventa la sua unica ragione di vita. Purtroppo, le condizioni economiche disastrose di Pete non gli permettono più di pagare l'affitto di casa ed è costretto a farsi ospitare da due amici in una tenda a due posti, ma dopo una settimana l'uomo si rende conto che la situazione è insostenibile per le persone e per il cane stesso. A questo punto, tramite un altro amico, Pete entra in contatto con l'associazione «Faithful Friends» diretta da Jane Pierantozzi, un'italoamericana di buon cuore che crede nelle buone intenzioni di quell'uomo sfortunato. Così Jane gli ricovera Bester nel canile dell'associazione senza nulla chiedere in cambio.La sua vasta esperienza con gli homeless le dice che Pete è davvero una persona colpita dal destino avverso e che ha voglia di riscattarsi. Quando Jane vede Pete camminare per otto chilometri ogni giorno, piova o ci sia il sole, per andare a trovare Bester, si commuove e capisce di non essersi sbagliata. Si avvia la catena della solidarietà, sostenuta dal quotidiano on line delaware.on. Arrivano offerte d'ogni tipo, da abbonamenti al bus, a capi d'abbigliamento, addirittura un grosso furgone ancora in ottimo stato. Grazie a Jane e ai collaboratori dell'associazione viene aperto un conto corrente sul quale giungono offerte in denaro, dapprima da persone del luogo, ma poi, come spesso capita, ci pensano i social a muovere e commuovere gente da tutto il mondo. Così dai primi 2000 dollari, giungono offerte ben più consistenti da Scozia, Australia, Canada, Cina e Italia. Tutte persone che donano qualcosa mettendosi nei panni di chi sta per perdere il più fedele amico che abbia mai avuto. L'assegno che viene consegnato a Pete ammonta a 30.000 dollari, ma soprattutto arriva un buon posto di lavoro, e conseguentemente un appartamento affittato per una cifra modesta dalla Delaware Apartment Association. Finalmente Pete si riunisce con Bester sotto lo stesso tetto e non è obbligato a scarpinare per otto chilometri al giorno pur di goderne la compagnia. Ora per Pete è venuto il momento di ricambiare la solidarietà avuta e, con i proventi del lavoro e le offerte ricevute, sta aiutando quel rifugio diretto da Jane che ha raccolto il suo Bester.È invece una storia di casa nostra quella che arriva dal canile di Pistoia, una sorta di «albergo popolare» con box riscaldati, parco giochi e assistenza veterinaria. La struttura, gestita dall'Enpa e dal Comune, è destinata ai cani dei senzatetto. Questi possono già trovare accoglienza nelle strutture messe a disposizione dall'amministrazione, ma chi ha la compagnia di un cane spesso preferisce rifugi di fortuna mettendo a repentaglio entrambe le vite. «Da qui -spiega Rossella Ghelardini dell'Enpa- l'idea del rifugio notturno invernale per i senza fissa dimora».

Un'iniziativa sposata subito dal sindaco Samuele Bertinelli, famoso per aver sospeso il Gioco dell'Orso dopo che, nel 2014, morirono due cavalli.

Commenti