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Se l'eleganza è acrobatica Tutti al (bel) circo di Dior

Lustrini e paillettes ingabbiati nel tulle sfrangiato Piume e tatuaggi per Asia Argento in Grimaldi

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Parigi «Nel sangue non globuli rossi, ma segatura» si dice ne Il più grande spettacolo del mondo, grandioso film sull'arte circense girato da Cecil B. De Mille. Maria Grazia Chiuri prova gli stessi sentimenti totalizzanti per il lavoro che fa e parte quindi dal circo come metafora della vita e della moda per progettare la più potente delle sue collezioni couture per Dior. La sfilata inizia e finisce con una performance di Mimbre, una compagnia femminile di artiste circensi che la designer romana ha incontrato a Londra e con cui ha messo a punto i suoi fantasmagorici modelli. C'è infatti un gran lavoro sul corpo in ognuna delle 68 uscite oltre a una ricerca di un'altra percezione temporale che l'alta moda deve offrire al giorno d'oggi. Così il ricordo di Christian Dior che frequentava il parigino Cirque d'Hiver dove nel 1955 Richard Avedon scattò la celebre foto intitolata «Dovima with Elefants», diventa un'ottima ragione per rifare quell'abito da sera in una nuova versione da giorno. «È di cashmere e chiffon - spiega MGC - con gli orli sfilacciati ad arte che evocano gli anni passati. Ai giovani piace il sapore del tempo e Dior ha una nuova clientela con cui fare i conti». Ecco quindi che lustrini e paillette vengono come ingabbiati nel tulle sfrangiato a mano. Il pesantissimo raso cuoio diventa solo un grosso bollo rosso sull'evanescente sottana in tulle nero, mentre le classiche marsine dei domatori si trasformano in sublimi cappotti da giorno. Un discorso a parte meritano le lavorazioni che prevedono il recupero di un'antica lavorazione francese detta «bogoudi» che sembra una passamaneria e invece è un ricamo. Pazzeschi anche i mircroscopici budellini di tulle cuciti sul plastron di una poetica camicia di velo. Per i celeberrimi costumi del clown bianco (quello che detta le regole) e dell'Augusto (il pasticcione) Maria Grazia ha studiato il lavoro di Gérard Vicaire, proprietario di un atelier specializzato in questi abiti. Ma la sua non è tanto una lettura didascalica quanto emozionale e legata alla moderna femminilità di cui è l'indiscussa profetessa. Ecco quindi una serie di bellissimi smoking, un pullover incrociato sul petto che sembra di maglia e invece è tulle goffrato, le scarpe glitterate e i commoventi collier con le mani intrecciate perché gli acrobati al circo mettono davvero la loro vita nelle mani dell'altro. Indimenticabili le tute color carne con un disegno che riproduce i tatuaggi per cui Maud Wagner divenne un'attrazione da circo nel 1907. «Noi tatuate facciamo subito freaks» commenta ridendo Asia Argento mentre prova il fantastico abito bianco con cui ieri sera ha sfilato all'Hotel Meurice per Antonio Grimaldi. «Sono qui perché lui è una bella persona spiega mi piace la sua visione culturale della moda». In effetti la collezione del bravo couturier romano è dedicata al tema del labirinto e Asia confessa di non riconoscersi tanto in Arianna, ma di sentirsi «appesa a un filo tra i minotauri pronti a sbranarti». La moda con tutti i suoi clamorosi difetti è comunque più gentile con lei di quanto non sia il mondo dei cinema e dei media. Certo la confusione regna sovrana qui a Parigi dove tutti vogliono sfilare anche chi non fa e non vuole fare alta moda. È il caso di Acne Studio, marchio svedese famoso per l'eccellente rapporto qualità-prezzo. «È la nostra ossessione» spiega il ceo Mattias Magnusson dichiarando un giro d'affari annuale sui 200 milioni di euro. Il direttore creativo Jonny Johanson spiega di aver innestato il concetto di tailoring sulla funzionalità e sull'amore per la natura. Da qui l'idea delle decolletè con la punta che sembra un attacco per lo sci di fondo e gli stupendi abiti di pelle con maniche jambon. Miu Miu presenta una piacevole precollezione (nome in codice Automne) che mischia lo stile tirolese a quello militare. Il risultato è divertente, come se le ragazze della famiglia Von Trapp di Tutti insieme appassionatamente mollassero la gonna del drindl per andare a combattere i nazisti in calzoncini e giacche di pelle dorata. Anche nella sfilata co-ed di Kenzo c'è un gran mescolone tra militare, utility e frivolezza femminile. Difficile fare il punto della situazione anche per via del set dipinto da un artista peruviano sotto gli effetti dell'Aya Wasca, un'erba detta «liana dello spirito».

Si torna al concetto di lusso, calma e voluttà tipico della couture nella boutique Damiani di Place Vendome, dove viene presentate una bella collezione di gioielleria intitolata Notte di San Lorenzo.

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