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Se persino un idiota è capace di farci paura

Uno squilibrato egiziano dirotta un aereo a Cipro solo per parlare con l'ex moglie. Le autorità: "Terrorista? No, cretino". Ma ha messo in crisi tutti i sistemi di sicurezza

Se persino un idiota è capace di farci paura

Finisce con un sospiro di sollievo planetario e la dichiarazione sprezzante di un funzionario del ministero degli esteri egiziano: «Non era un terrorista, era solo un idiota». Alle due del pomeriggio il dirottamento dell'Airbus dell'Egyptair viene derubricato ad episodio minore, nemmeno degno di finire sotto i riflettori. Seif Eldin Mustafa millantava una cintura esplosiva che nella realtà non esisteva e voleva solo parlare con l'ex moglie. Insomma, dopo quasi sei ore di tensione e di ansia, con la paura a mille e i fantasmi di questi mesi tormentati in libera uscita, il Governo egiziano prova a rimediare in extremis all'ennesima figuraccia sulla sicurezza e circoscrive la storia dentro i riassicuranti confini di una psiche labile. E però questa storia non può chiudersi così, come fosse stata una simulazione o quasi un brutto scherzo.

Di fatto dalle 8.30 del mattino alle due del pomeriggio l'Airbus è fuori controllo, le teste di cuoio si preparano ad un blitz, l'ex moglie viene contattata freneticamente dalle autorità, i demoni del jihadismo sono i convitati di pietra di un'altra giornata storta, una delle tante fra Medio Oriente e Europa. Seif Eldin Mustafa si impadronisce del velivolo dopo il decollo da Alessandria. Il percorso dovrebbe essere breve perchè la destinazione è il Cairo, ma le cose si complicano e i 55 passeggeri e i sette membri dell'equipaggio capiscono di essere saliti sul volo sbagliato. L'aereo arriva a Cipro e atterra all'aeroporto di Larnaca. Non è chiaro che cosa voglia con esattezza Mustafa ma si capisce che vorrebbe colloquiare con l'ex consorte cui ha scritto una lettera in lingua araba. Tutti, almeno all'inizio, pensano che questo signore sbucato fra gli sgangherati dispositivi di sicurezza dell'aeroporto di Alessandria faccia sul serio. Poi, col passare del tempo, si capisce che forse l'uomo non è all'altezza delle paure che ha lasciato correre. Buona parte degli ostaggi vien liberata senza troppe complicazioni, la trattativa con le autorità va avanti e alle 11.30 anche l'unico italiano coinvolto nel dramma, Andrea Bianchetti, si ritrova libero.

Alle due del pomeriggio, dopo aver lasciato l'ultimo manipolo di ostaggi, Mustafa scende la scaletta dell'aereo e si consegna a mani alzate alle autorità. Gli egiziani, che hanno collezionato una galleria di disastri, infieriscono: «É solo un idiota». E i ciprioti ironizzano: «C'è sempre di mezzo una donna». E però la semplificazione non aiuta, anzi, a dirla tutta, alza l'asticella della nostra preoccupazione. Se il colosso arabo è rimasto per mezza giornata in balia di un idiota, questo vuol dire che un attacco vero, targato Isis o con qualunque altro marchio del terrore, farebbe sprofondare Il Cairo nel caos. Il Paese galleggia sulla sua corruzione, sulla sua poca trasparenza, sulla sua sottovalutazione dei rischi e sulla sua incapacità di debellare i nemici che giorno dopo giorno logorano gli apparati del regime. La bomba che aveva provocato la caduta dell'aereo russo nei mesi scorsi aveva già dato un colpo di piccone alla traballante industria del turismo.

Fra smentite, mezze voci e doppie verità, l'Egitto perde l'occasione per accreditarsi come paese moderno, al passo con questi tempi difficili, pronto a colpire i troppi nemici che affollano le sue spiagge e i suoi deserti. Invece nulla di tutto questo è successo. Il Paese non ne vuol sapere di uscire dalle sue ambiguità e dalla sua arretratezza: gli standard minimi della decenza sono ancora lontani, come insegna il caso Regeni. Le versioni dei fatti si susseguono in un clima di confusione e di ostilità. E la disinvoltura del giorno dopo fa il paio con l'impotenza di qualche ora prima, quando le autorità facevano gli scongiuri.Le certezze di una volta non ci sono più. La cartolina dei nostri sogni è solo un ricordo. Il tentativo grottesco di ridimensionare quel che è accaduto deve fare i conti con la realtà.

Basta poco, troppo poco, per mettere in crisi chi era già in crisi.

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