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Sull'istruzione i grillini cedono a Renzi

Il neoministro dell'Istruzione non si è espresso in termini negativi sulla "buona scuola". I grillini, invece, ne hanno fatto una bandiera elettorale

Sull'istruzione i grillini cedono a Renzi

Il nuovo ministro dell'Istruzione è il cinquantaseienne Marco Bussetti. Espressione indiretta della Lega di Matteo Salvini, il nuovo inquilino del Miur succede così a Valeria Fedeli, che ha augurato "buon lavoro" all'attuale capo dell'ufficio scolastico territoriale di Milano.

La Fedeli, sulla cui opera (e sul cui curriculum) si è tanto discusso nel recente passato, ha lasciato in eredità "un documento contenente misure e provvedimenti adottati e informazioni dettagliate sulle questioni più urgenti da affrontare nei prossimi mesi". A Bussetti, adesso, l'eventuale compito di spulciare e dare seguito al dossier in questione. Ma cosa ci dobbiamo aspettare, in termini di indirizzo politico, dal neoministro? Si parlerà di un'altra, ennesima, riforma del sistema scolastico?

Bussetti è di sicuro un uomo più avvezzo all'amministrazione scolastica piuttosto che alla militanza politica. Già "provveditore" a Monza, il ministro del governo guidato dal professor Giuseppe Conte è a tutti gli effetti un dirigente del ministero che presiederà. Non ci sono troppe notizie, invece, riguardanti il suo impegno in politica. Le tante esperienze maturate lo fanno entrare di diritto nell'insieme dei "tecnici" presenti nel "governo gialloverde".

Negli ultimi anni, specie durante la campagna elettorale, l'attenzione si è focalizzata su due tematiche: la cosiddetta "buona scuola", provvedimento contestatissimo da gran parte degli insegnanti del belpaese, lo stesso che ha contribuito a far perdere consensi al Partito Democratico, e la presenza della "ideologia gender" nelle scuole. Se sulla seconda questione l'ingresso della Lega nel governo (specie quello del ministro Fontana al dicastero della Famiglia e della Disabilità) dovrebbe garantire un deciso cambio di rotta, sulla prima pare sorgere qualche perplessità.

Bussetti, come riportato da Il Post, non si è espresso in termini negativi sulla legge 107. Anzi. L'ex insegnante di educazione fisica alle scuole medie, ha definito la buona scuola una "ottima legge". Ci si chiede, insomma, se la 107 verrà effettivamente abrogata. Medesimo discorso, poi, vale per un altro tema dibattuto: l'alternanza scuola - lavoro, sulla quale il neoministro, come sottolineato sempre dal quotidiano online citato, sembra essere più che d'accordo.

Il MoVimento 5 Stelle ha fatto della cancellazione della "buona scuola" una bandiera elettorale. I grillini hanno anche proposto l'eliminazione della obbligatorietà delle ore di svolgimento dell'alternanza scuola - lavoro. Il ministro indicato dalla Lega sembrerebbe essere di tutt'altra opinione. Si avverte, insomma, qualche preoccupazione da parte di chi era sicuro che, attraverso l'affermazione dei pentastellati, la 107 sarebbe stata riposta nel cassetto dei ricordi.

Il ministero dell'Istruzione è un luogo strategico. Parte dell'opinione pubblica, ancora oggi, dipende dagli umori degli insegnanti. Se avessimo dovuto scommettere sull'attribuzione di quel posto all'interno di un governo "gialloverde", avremmo puntato su un esponente del MoVimento 5 Stelle, data la centralità riservata alla "buona scuola" in funzione della contesa elettorale e dell'opposizione fatta ai precedenti esecutivi. Non è andata così.

Il partito guidato da Luigi Di Maio, in effetti, potrebbe aver promesso troppo e optato per una fuga strategica.

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