Cronache

Se la tv tedesca riempie di fango il lago italiano

Il primo canale manda una troupe sul Trasimeno per raccontare disastri e sprechi inesistenti. Si ribellano tutti. Tranne il governo

Se la tv tedesca riempie di fango il lago italiano

I tedeschi s'inventano una delle loro storielle per deridere in mondovisione la solita Italietta? Il governo se ne infischia e lascia fare. È nelle mani del sindaco di Castiglione del Lago la difesa dell'orgoglio patrio. Sergio Batino la decisione di scendere in trincea l'aveva già presa a metà luglio, quando Das Erste , il primo canale nazionale di Germania, aveva mandato in onda un servizio sulla cittadina umbra, perla del Trasimeno. Tutto per colpa d'una pista ciclabile, realizzata con finanziamenti europei, che s'allaga (in parte) perché sommersa dal lago.

Ai tedeschi, sempre a caccia degli italiani mangiaspaghetti e sciupadenari d'Europa, non era parso vero. E subito si erano fiondati in Umbria per lo scoop, così presentato da studio: «Spagna e Italia in cima alla classifica dei Paesi che affondano i soldi di Bruxelles». Quindi, le cronache dal luogo del delitto. Con un cicloamatore scozzese nei panni del cicerone per caso. «Ci sono buche profonde», lamenta schizzinoso, prima di indignarsi: «Soldi buttati. Non c'è niente. Niente alligatori, niente serpenti». Manco l'Umbria fosse il Borneo. Per non essere da meno, facendo del microfono una liana, la giornalista si lancia: «Il Trasimeno è sporco. Mancano i depuratori. Non è balneabile. L'importante è che arrivino i fondi Ue». In coda l'immancabile cammeo per un sacerdote del rigore, nell'occasione l'europarlamentare (ovviamente tedesca) Ingeborg Grable, a sottolineare «il fallimento dei controlli». Peccato che le cose stiano diversamente.

Per il 2014 nella Guida Blu di Legambiente e del Touring Club al Trasimeno sono associate cinque vele, il massimo in fatto di balneazione. Non bastasse, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale nei suoi controlli periodici ha sempre attestato il buon funzionamento dei depuratori (che dunque ci sono). E pure in relazione alla pista dello scandalo una spiegazione c'è: «Due brevi tratti – precisano dalla Regione – sono finiti al di sotto dello zero idrometrico perché con l'eliminazione degli allacci idrici dal bacino lacuale il livello dell'acqua è tornato a quello di 50 anni fa». Nessuno, dunque, nega che il problema esista, ma si cercano soluzioni idonee «a preservare l'equilibrio del rapporto tra uomo e natura», sbotta Batino, portabandiera d'una rivolta che Castiglione sembra pronta a combattere pure in solitudine.

Regione e Provincia all'inizio avevano alzato le barricate. Che tanto alte non devono essere state, però, se prima di ferragosto la giunta castiglionese ha incaricato quattro avvocati «di valutare se vi siano i presupposti per azioni civili e penali verso i responsabili del servizio televisivo». L'intenzione è quella di promuovere una causa risarcitoria milionaria, anche se Batino assicura di voler «ottenere una corretta informazione».

Quale che sia l'obiettivo, dovrà cavarsela da solo: il ministro degli esteri Federica Mogherini, impegnata nella corsa alla poltrona di Miss Pesc, non ha battuto ciglio. Imbalsamato è rimasto il suo collega Dario Franceschini, ministro alla cultura con delega al turismo. «Col Governo nessun contatto, ma so che la Regione si sta muovendo», glissa Batino provando a risparmiare imbarazzi ai vertici del suo partito, il Pd renziano. E forse i silenzi romani sarebbero passati inosservati se il vicedirettore della Nazione , Mauro Avellini, non li avesse denunciati: «Siccome non è la prima volta che i tedeschi criticano la pulizia degli alberghi, i conti al ristorante o le cicche sulle spiaggia, peraltro non sempre a ragione, sarebbe il caso che a prendere le difese del Belpaese fossero il (mezzo) ministero del turismo o la Farnesina. Senza lasciare da soli una Regione, una Provincia e un piccolo coraggioso sindaco». Lanciato l'appello, non rispose nessuno: era indirizzato al Governo.

Almeno in passato qualche diplomatico s'era presa la briga di reagire al vizietto tedesco di tratteggiarci con la matita grossa del luogo comune, che non è certo una novità. Nell'ultimo caso, la copertina dello Spiegel sul caso Concordia che partiva da Schettino per sostenere che gli italiani sono tutti vigliacchi, l'ambasciatore Valensise s'era preso la briga di scrivere una lettera tosta al direttore del settimanale. Altri tempi.

 

 

di Gianpaolo Iacobini

 

 

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