Referendum Costituzionale

Se vince il Sì Renzi pigliatutto Sarà padrone del Pd e dell'Italia

Con la vittoria il premier farà fuori la minoranza del partito. E si disegnerà l'Italicum su misura per vincere

Se vince il Sì Renzi pigliatutto Sarà padrone del Pd e dell'Italia

Roma - E se alla fine la spuntasse lui? Dopo aver personalizzato il referendum costituzionale, dopo essersene pentito con tanto di pubblica ammenda, dopo aver martellato in prima persona l'intero stivale (e pure il resto del mondo a mezzo posta) per perorare la causa del Sì fino all'ultimo giorno, inseguendo gli indecisi praticamente casa per casa, comune per comune (e frittura per frittura, parafrasando De Luca), ecco che gli elettori premiano Matteo Renzi. La riforma Boschi supera il vaglio delle urne e il premier - pardon, il Sì - vince. E adesso, che succede?

Intanto, a prescindere dalla misura del successo, è preconizzabile un repentino ritorno sui propri passi di Renzi rispetto all'understatement dell'ultimo periodo. Se la personalizzazione del voto si dimostra vincente, insomma, che senso ha continuare a ripudiarla? Difficile, invece, soprattutto se la remuntada del fronte del Sì dovesse perfezionarsi con una vittoria di misura, ipotizzare le dimissioni di Renzi. Il premier, incassato il successo, potrebbe certamente essere tentato dal passare all'incasso, con qualche incertezza, provando a tornare a Palazzo Chigi con la legittimazione delle urne. Ma al di là di questioni tecniche (due sistemi di voto diversi per Camera e Senato e l'atteso pronunciamento della Corte costituzionale sull'Italicum), la mossa non sarebbe vista certo di buon grado né dal Quirinale né dall'Europa, che chiede con forza all'Italia un approccio responsabile e che assicuri stabilità. Da Bruxelles lo invocano in caso di vittoria del No, dovesse prevalere il Sì lo danno praticamente per scontato.

Il day after da trionfatore, però, restituirebbe a Renzi il sorriso perduto, dopo mesi di pressioni e interrogativi nei quali il premier aveva più o meno la stessa serenità augurata a Enrico Letta a gennaio di due anni fa. E, insieme al sorriso, incassare il risultato del referendum gli darebbe anche la convinzione di essere tornato l'uomo della Provvidenza, quello capace di portare il Pd al 40,8 per cento alle elezioni Europee, con tanti saluti agli avversari. Ed è questo uno dei timori di chi il premier lo conosce bene: che si possa far prendere la mano da una vittoria che si intesterebbe in prima persona proprio come accadde dopo la valanga di voti delle Europee.

Di certo, però, dovesse vincere Renzi non rinuncerà al redde rationem interno al Pd, con la minoranza dem destinata a pagare il prezzo più alto. Il premier-segretario, forte del voto di fiducia referendario, non sarebbe più disposto a tollerare una «dialettica interna» capace di arrivare ad accomodarsi nei comitati per il No, minacciando il futuro del governo, e tra l'altro uscendone sconfitta. L'ora della resa dei conti, insomma, scatterebbe immediatamente dopo la certificazione del risultato, e Renzi non farebbe prigionieri.

A quel punto ci sarebbe da capire cosa succede fino al voto, nel 2018, il vero traguardo a cui Renzi guarda per legittimarsi con il voto popolare. Qui conta anche il come di una ipotetica vittoria del Sì al referendum, per determinare la forza con cui Renzi - trionfatore comunque a sorpresa di una corsa ad handicap che lo vedeva in ritardo a pochi giorni dal voto - potrebbe dettare le sue condizioni. Per esempio imponendo l'Italicum così com'è o, invece, modificandolo (come da lui stesso promesso) con un nuovo Nazareno, per disinnescare il rischio di andare a votare con una legge elettorale che potrebbe consegnare il Paese (riformato) ai Cinquestelle.

Per Renzi sedersi al tavolo delle trattative con il vestito da enfant prodige tornato scintillante come ai bei tempi sarebbe molto importante. Come pure lo sarebbe mostrare a Grillo e al M5S che il vento è cambiato, e che lui ha ancora in mano un forte consenso. Un ventaglio di scenari che Renzi ha già chiari.

Anche se per realizzarli deve prima vincere il referendum.

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