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Segnali di tregua in Ucraina. Berlusconi si offre di mediare

Telefonata Putin-Poroshenko, da Mosca sette condizioni. Nato: linea dura. L'ex premier chiama Renzi e Mogherini e si mette a disposizione per la pace

Segnali di tregua in Ucraina. Berlusconi si offre di mediare

Piccoli passi, piccoli progressi. Verso giorni di tregua. Forse. Lo scontro Russia-Ucraina, appesantito dalle sanzioni economiche decise dalla Ue contro Mosca, e dall'esercitazione, vicinissima alle zone calde, delle truppe Nato, imbastita per mostrare i muscoli dell'Europa al signore del Cremlino, ha segnato ieri una svolta che giustificherebbe un moderato ottimismo.

In concomitanza con l'arrivo del presidente Obama in Europa per partecipare al vertice Nato in Galles, in agenda per oggi e domani, il presidente ucraino Petro Poroshenko e il leader russo Vladimir Putin si sono, infatti, sentiti telefonicamente, ieri, per trovare una via d'uscita alla pericolosa impasse venutasi a creare. E qui occorre riferire di un piccolo giallo. Il comunicato della presidenza ucrainaconteneva la frase «accordo per un cessate il fuoco permanente» in Ucraina orientale. Subito dopo Dmitri Peskov, portavoce di Putin, puntualizzava però che la Russia aveva trovato un accordo con l'Ucraina «sui passi che portano alla pace, non al cessate il fuoco» perché il suo Paese non è mai stato parte di un conflitto. Kiev è stata dunque costretta a diffondere una seconda nota in cui si affermava che non vi è nessuna «tregua permanente».

Tutto ciò mentre dall'Estonia Obama faceva sapere che «una tregua funziona solo se la Russia smette di intromettersi negli affari ucraini». E mentre dal vertice Nato giungeva un chiaro messaggio preliminare a Putin: Mosca non può più essere considerata un partner, perché ci tratta come nemici. Sembra comunque che si possa a questo punto affermare che il leader russo, prima di giungere a miti consigli, abbia deciso di dettare le condizioni del cessate il fuoco e di un possibile accordo, con un piano in sette punti. E queste condizioni prevedono il ritiro delle truppe ucraine dal sud-est del Paese, la cessazione delle azioni militari dei ribelli, l'esclusione dell'uso dell'aviazione contro i civili, pieno controllo internazionale del cessate del fuoco, scambio di prigionieri. Punti bocciati dal premier ucraino Arseniy Yatsenyuk secondo cui «sembrano un piano per salvare terroristi russi, un tentativo di Putin di evitare nuove sanzioni contro la Russia dalla parte della Ue e di distrarre l'attenzione prima del vertice Nato». Yatsenyuk ha sottolineato che «la Russia ha ignorato o violato tutti i precedenti accordi, raggiunti a Ginevra, Berlino e Minsk e che il migliore piano per fermare la guerra della Russia contro l'Ucraina consiste solo in un punto: la Russia deve togliere esercito regolare, mercenari e terroristi dal territorio ucraino». E non è tutto perché il governo di Kiev annuncia di voler costruire un muro lungo la frontiera con la Russia.

Nel frattempo la cronaca di ieri registra anche una telefonata tra Silvio Berlusconi e Renzi. Al centro del colloquio le crisi internazionali che vedono in primo interessi italiani, come quella libica e quella tra Russia e Ucraina: secondo fonti di Forza Italia, l'ex premier si sarebbe proposto nel ruolo di mediatore, forte dei suoi buoni rapporti personali con Vladimir Putin, e avrebbe avuto un colloquio telefonico anche con il ministro Federica Mogherini. Ad avviso di Berlusconi è essenziale che questa volta, a differenza di quanto avvenne nella crisi che portò all'eliminazione di Gheddafi, l'Europa si muova unita.

Resta il fatto che ieri a Bruxelles la Commissione Ue ha esaminato e varato il documento contenente le proposte per nuove discusse sanzioni contro la Russia. E se la Russia ieri ha annunciato una grossa esercitazione militare questo mese per le armi nucleari a lunga gittata, con il coinvolgimento di 4.000 soldati nel centro-sud del Paese, in compenso le borse europee hanno reagito bene alla notizia di una possibile tregua.

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