Lettere d'amore

"Sei carne e cuore, respiro che manca"

Pubblichiamo alcune delle molte lettere d'amore giunte in redazione. Continuate a scrivere a letteredamore@ilgiornale.it

«Solamente una ves » recita una canzone messicana, solamente una volta si incontra la Donna della vita, l'Amore per sempre. Bisogna saperla riconoscere... Io ho avuto la fortuna di incontrarla a 43 anni e da allora ne sono passati 29... Ed è come il primo giorno! A Gabriella, la Donna della mia vita!

Cara Michela, perdonarti le tue aspettative? Ma io me ne alimento, anzi; come potrei farne a meno? Se all'amore, come stigmatizzi tu, togliessimo i «sempre» e i «mai», questo sarebbe come un fiore spogliato dei suoi petali, del suo stelo, delle sue spine persino, ché quelle gli danno risalto, freschezza, durevolezza... Difficile accontentarsi di viverlo così come viene: all'amore, per quanto intenso possa essere, solo i «sempre» e i «mai» danno proiezioni di immenso; le parole si fanno carne e spirito. Mi dirai che è illusorio, ma l'amore, comunque, è un sentire che soffre nel prendere atto delle limitazioni che lo tengono lontano dall'assoluto. T'amerò sempre, non finirà mai... ecco, ci affacciamo sull'eternità, e sia pure per un attimo non ci sentiamo più effimeri, esclusi come dannati e scacciati dall'Eden. Forse è un miracolo; e così io lo vivo ogni istante che sei nei miei sensi, raccogliendo in te ciò che Dio dimenticò di toglierci, e ne faccio insaziabile incetta, amore mio!

Emme Elle

Non ho il coraggio di dirti a voce il mio sentimento, quello che ho sempre provato dal primo momento che ti ho visto. Per me sei carne e cuore, respiro che manca. Il tuo abbraccio lo porto ancora sulla pelle, il tuo bacio rimane il primo e l'ultimo nel tempo. Sei parte di me, il pensiero più bello che mi accompagna nei momenti di sconforto quando intorno è il buio, la depressione. Ho solo il coraggio di scrivere questo misero amore, per me più importante della luce del sole e dei miei giorni a venire.

P. Curagi

Ti ho sognato stanotte. Ancora. Pensavo che ormai fossi qualcosa che appartiene al mio passato, un «punto e a capo», ma evidentemente mi sbagliavo. Odio queste illusioni notturne che al mattino lasciano l'amaro in bocca, ti fanno star male, ti tormentano il cuore, ti fanno piangere. La luce del mattino porta via tutti quei sogni, quelle illusioni di felicità, mi porta via te, ancora un volta. Non si vive di ricordi, lo so, ma tu sei tornato con prepotenza e con te quei momenti felici. Faccio fatica a sopportare quando la mia mente prende il sopravvento e mi uccide. Tu mi uccidi ogni volta che compari in un sogno, ogni volta che ti rivedo. Pensavo di averti superato ma tu ritorni. Perché ritorni? Non sei mai stato mio, tutto questo non ha senso; mi hai già ferita e umiliata nella vita reale, perché ora lo fai anche nei sogni? Vorrei avere il coraggio di cancellarti e di guardarti in viso senza provare il benché minimo brivido e andare avanti con la mia vita. E io ci riuscirò.

Lettera firmata

Ciao amore mio, sei sempre nel mio cuore e io ti custodirò come la cosa più preziosa al mondo fin quando non mi mancherà il respiro. È passato un inverno, una primavera e fra poco finirà anche l'estate, tre stagioni senza di te. Porterò sempre con me tutto quello che mi hai detto, parole preziose come diamanti, tu che eri così avaro con i complimenti. Vorrei averti ancora qui, prenderti le mani, quanto mi mancano le tue mani, per me sono state le mani più belle del mondo, mi parlavi con le mani, mi davi il tuo amore con le mani, mi curavi con le tue mani, erano morbide le tue mani, erano calde le tue mani e poi... poi sono diventate fredde.

Lorena

Ti sei spogliato davanti a me e ora la tua mente, il tuo corpo, la tua figura di maschio mi si offrono come un regalo imprevisto. Ti lasci guardare, ti lasci scrutare perché tu sai che i miei occhi vorrebbero bere queste immagini di più, di più di ciò che sanno fare. Tu mi prendi, mi stringi, mi possiedi, mi insegni, per te voglio essere più donna di donna. Le sensazioni di freddo e di calore che si alternano in me, i miei impulsi, la mia storia femminile, tu le senti, le conosci già. È bello svegliarsi, lasciarsi portare lontano dal profumo della tua entità, racchiudersi al riparo fra le tue mani. Sono nuda nel corpo e nell'anima, sono leggera, senza confini e non so più dove finisco io e dove cominci tu. Ora ogni maniera di amare mi viene suggerita, dettata da te, da te creatura meravigliosa e perfetta che ti dai a me, che mi scivoli dentro fino a toccare il fondo, fino alla ricerca di angoli che neppure io conosco, che ti lasci amare, che con me dividi questo impulso da sbattere la testa, questa cosa irreprimibile da riuscire a sfogare soltanto con un grido, questa cosa definitiva come la fatalità di un destino che si compie e per il quale nulla si può, uomo mio.

Paola

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