Cronache

"Sei un rom o un sinti?". Bufera alle elementari sul test per gli studenti

Il preside: «Nessuna discriminazione, i dati raccolti per l'iscrizione resteranno riservati»

"Sei un rom o un sinti?". Bufera alle elementari sul test per gli studenti

Scrivi se sei Rom. Accade nella scuola elementare di Tombelle di Vigonovo, un paesino al punto più estremo della Riviera del Brenta, a cavallo tra le province di Padova e Venezia. Qui per il prossimo anno scolastico i genitori si sono visti recapitare moduli di iscrizione insoliti. Alle famiglie veniva richiesto di specificare l'eventuale appartenenza al popolo «nomade», puntualizzando con una crocetta se «rom», «sinti» o «caminanti». Nel modulo d'iscrizione da consegnare al «dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Fossò», da cui dipende Tombelle, ai genitori venivano richiesti oltre ai dati anagrafici necessari per l'iscrizione del proprio figlio anche il possesso della cittadinanza italiana o l'eventuale data dell'arrivo in Italia, la residenza e anche, in caso di appartenenza al popolo nomade, di specificare se rom, sinti o caminanti. Domande che hanno suscitato stupore in molte famiglie. Alcuni genitori esterrefatti sono quindi andati allo sportello di Rifondazione Comunista, che organizza l'acquisto collettivo di prodotti alimentari a prezzo calmierato e fornisce assistenza per le pratiche amministrative, e hanno fatto vedere agli operatori i moduli «incriminati». Lo sportello, il Gap di Padova, Gruppo d'acquisto popolare, ha subito sollevato il caso gridando all'«abuso» e alla «discriminazione gravissima». Paolo Benvegnù, già segretario regionale di Rifondazione comunista che ha sottolineato come lo stampato assomigliasse molto ai moduli per il censimento. Scoppiato il caso quindi, pareva ci fosse un errore e l'intenzione di ritirare il modulo, per la gioia di Rifondazione Comunista che aveva già espresso soddisfazione e ribadito tutto il suo impegno. Invece, no. Nessun errore. Ieri pomeriggio il dirigente Carlo Marzolo, dell'istituto comprensivo, ha replicato con una nota alle accuse di Rifondazione respingendo l'ipotesi che il modulo avesse intenti discriminatori sottolineando anche che il modulo è destinato «a un uso interno e saltuario, essendo la regola l'iscrizione on-line». Per il dirigente «la richiesta di alcune informazioni di dettaglio potrebbe essere fraintesa come avente carattere discriminatorio» e dunque «a scanso di ogni equivoco» ha ribadito che «l'operato dell'istituto e di tutti coloro che vi lavorano è teso a tutelare l'interesse di ogni alunna e di ogni alunno, la sua crescita umana e culturale, nel rispetto e nella valorizzazione di ogni caratteristica personale. A questo fine vengono raccolti dati personali, anche sensibili, trattati sempre nella dovuta riservatezza. I valori inclusivi sono e debbono essere a fondamento dell'azione di questa come di ogni altra scuola appartenente al sistema scolastico nazionale: lo prevede la nostra Costituzione e la nostra identità europea.

Gli atteggiamenti discriminatori vanno cercati lontani dalla scuola, che ogni giorno affronta sfide grandissime in condizioni di ristrettezza di risorse».

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