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"Sembrano scarabocchi, riflettono incubi"

Dalle lettere di Pacciani ai dipinti dei bambini: in tribunale diventano prove

"Sembrano scarabocchi, riflettono incubi"

È una scienza e si chiama grafologia. La dottoressa Evi Crotti non una grafologa qualunque, ma una delle fondatrici di questa disciplina nel nostro Paese. Dalle lettere di Pacciani ai dipinti dei bambini, ha analizzato la traccia d'inchiostro che gli essere umani, volenti o nolenti, lasciano nella loro vita. Lo ha fatto per passione, per i tribunali di mezz'Italia e per molti genitori che vogliono scoprire negli scritti dei loro bambini quello che spesso non hanno il coraggio di esprimere. «Oggi i bambini sono più intelligenti ma più fragili - spiega la dottoressa Crotti -. Noi dobbiamo aiutare i genitori a capire la natura del bambino. Sul foglio si scoprono insicurezze e aggressività, punti di forza e di debolezza».

Nel caso del «palazzo degli orrori» di Caivano, i disegni dei bimbi sembrano aver avuto un ruolo non secondario nell'individuazione del responsabile della violenza su Fortuna Loffredo e del suo successivo omicidio (guarda i disegni di Fortuna).

Fortuna aveva 6 anni, ma da che età si possono iniziare ad analizzare i disegni dei bimbi? «Dai 18 mesi in poi - risponde la dottoressa Crotti - È significativo vedere lo spazio che occupa il disegno all'interno del foglio e anche quanto è pesante il tratto della matita Uno scarabocchio, l'albero, la casa, la famiglia, il sole, le nuvole, il comignolo... Sono tutti elementi molto importanti per analizzare il carattere di un bambino e ciò che di bello o di brutto sta attraversando nella sua esistenza».

Certo, ma bisogna avere occhi sensibili o allenati. Insomma, come nel caso dei disegni della povera Chicca, bisogna essere degli esperti. «È vero, quello che agli occhi di un profano può apparire un segno insignificante, dinanzi a un grafologo può assumere il rilievo di un dettaglio rivelatore». Compreso quello che, con pazienza e competenza, può guidare i giudici verso la verità.

E in tal senso, quello di Caivano, è un caso di scuola.

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