Politica

Il Senato dice «no» al film-choc che lega i vaccini all'autismo

Annullata la proiezione in aula del discusso «Vaxxed» la pellicola che De Niro ha rifiutato al suo festival di Tribeca

Patricia Tagliaferri

Roma Dopo il no di Robert De Niro, che aveva rifiutato di presentarlo al festival Tribeca, il documentario Vaxxed: from cover-up to catastrophe sulla presunta (e smentita) correlazione tra vaccini e autismo, doveva essere proiettato il 4 ottobre a Palazzo Madama. Ma l'iniziativa ha scatenato delle reazioni pesantissime, soprattutto per la sede istituzionale che avrebbe dovuto ospitare la proiezione organizzata dal senatore Bartolomeo Pepe, del gruppo Gal, la sala convegni di piazza Capranica, in uno dei palazzi del Senato. La polemica è montata per tutta la giornata, anche il presidente Pietro Grasso è intervenuto per mettere in guardia dai «rischi di campagne antiscientifiche». E alla fine la proiezione della discussa pellicola diretta da Andrew Wakefiel, il medico inglese che per questa ricerca è stato radiato, è saltata.

Il Senato aveva già fatto sapere di non aver mai dato il suo patrocinio, poi è arrivata la nota di Grasso: «Condivido pienamente il timore sui danni alla salute che potrebbero essere provocati da teorie improvvisate e respinte dalla comunità scientifica internazionale». Dopo la precisazione il presidente del gruppo Gal, al quale appartiene Pepe, ha comunicato la revoca della richiesta di utilizzo della sala convegni del Senato. Sarebbe stata la prima proiezione in Europa dopo il passo indietro di De Niro negli States. L'attore ha un figlio autistico e inizialmente aveva messo in programmazione il film nel suo festival per stimolare la discussione su un tema a lui caro, poi dopo gli attacchi ha cambiato idea. Nel documentario Wakefield suggerisce ai genitori di evitare i vaccini per morbillo, parotite e rosolia perché a suo dire potrebbero essere legati all'insorgere dell'autismo nei bambini. Nel 2004 il Sunday Times pubblicò un'inchiesta dove si dimostrava un conflitto di interessi del medico che avrebbe ricevuto del denaro in cambio di prove sulla presunta dannosità del vaccino Mpr. Già nel 1998 Wakefield aveva pubblicato su The Lancet un contestatissimo studio sulla correlazione vaccini-autismo, poi ritirato dall'autore che fu accusato di aver inventato le prove della sua teoria e per questo radiato dall'ordine. Successivamente numerosi studi clinici hanno provato che non esiste alcun legame tra vaccini e autismo, ma il movimento anti-vaccini ha continuato a crescere. Anche in Italia dove - avverte l'Istituto Superiore di Sanità - recentemente c'è stato un calo di oltre il 5 per cento delle coperture vaccinali che ha portato il nostro Paese sotto la soglia di sicurezza. L'Iss ha espresso «sconcerto» per un'iniziativa che «promuove uno scetticismo infondato e mette a rischio il risultato ottenuto da anni di campagne vaccinali».

Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è «inconcepibile» dare spazio «a chi va contro la scienza internazionale». Scrive su Twitter: «Quando l'anti-scienza ha lo stesso diritto di tribuna della scienza, non è democrazia ma disinformazione». La Federazione degli ordini dei medici ringrazia il presidente Grasso per l'opera di «moral suasion» che ha portato alla revoca della proiezione.

«Proiettare in Senato un documentario che sostiene le teorie di Wakefield, un signore che racconta bugie pericolosissime, è come invitare un piromane ad una conferenza su come si spengono gli incendi», commenta il professor Roberto Burioni, autore di «Il vaccino non è un'opinione», Mondadori, da due giorni in libreria.

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