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Senato, primo sì al decretone. ​Ma in Aula scoppia la bagarre

A palazzo Madama arriva il primo ok al testo per Quota 100 e reddito di cittadinanza. FI insorge: "Sì al lavoro, no bugie"

Senato, primo sì al decretone. ​Ma in Aula scoppia la bagarre

Quota 100 e reddito di cittadinanza ottengono il primo via libera al Senato. Di fatto il semaforo verde al testo è arrivato con 149 voti a favore, 110 no e 4 astenuti. Adesso il decretone dovrà andare a Montecitorio. Ma il voto di Palazzo Madama è stato accompagnato da polemiche, proteste e da scontro forti tra maggioranza e opposizione. Al punto da prvocare la reazione del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberta Casellati che rivolgendosi al gruppo di Forza Italia che ha protestato indossando i gilet azzuri ha affermato: "Il folklore non appartiene all'aula del Senato ma soltanto alle piazze, vergogna". Durante le dichiarazioni di voto sono state chiare e dure le parole della capogruppo al Senato di Forza Italia, Annamaria Bernini che ha contestato il sussidio M5s. Sui gilet azzurri la scritta: "Sì lavoro, no bugie". Un attacco diretto proprio ai Cinque Stelle. La Casellati ha poi sospeso per qualche minuti i lavori in Aula. Scintille anche con la parlamentare pentastellata Paola Taverna. La Casellati l'ha richiamata più volte: "Si limiti a fare una dichiarazione di voto tranquilla". La grillina ha replicato: "È quello che sto facendo, se l'atteggiamento disordinato del Pd me lo permettesse".

Scontro anche tra la stessa Taverna e l'azzurro Saccone che ha invitato Di Maio ad un ritorno al San Paolo dove faceva lo steward. La Taverna ha affermato: "Vede saccone- dice Taverna- noi siamo fieri di avere un capo politico che a 32 anni è incensurato e ha fatto lavori umili, come tutti i ragazzi italiani, prima di fare il ministro. Non sono certo io a doverle ricordare la storia del suo capo politico". Qui è scattata l'ira dei parlamentari azzurri che hanno chiesto un nuovo interevnto della Casellati. Infine nel corso della seduta Renzi ha sottolineato l'assenza di Tria: "Il decreto su reddito di cittadinanza e quota 100 segna un clamoroso atto di masochismo di fronte alla crisi economica che stiamo per vivere. Mancano all'appello 40 miliardi di euro, manca anche il ministro dell'Economia all'appello in quest'Aula e ne capisco l'imbarazzo".

Insomma il decretone ha ricevuto il primo ok, ma le tensioni dureranno ancora a lungo.

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