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Il Senato vota la sfiducia a Lotti, ma è una pistola scarica

Il 15 la mozione M5s in aula: il governo conta sull'appoggio di oltre 180 senatori

Il Senato vota la sfiducia a Lotti, ma è una pistola scarica

Roma - La «pistola scarica», lo scudo (anti)stellare, la roulette rossa. La prima immagine è da Far West l'ha disegnata quattro giorni fa Maurizio Gasparri, vicepresidente dei senatori di Forza Italia: sembra perfetta per spiegare quello che dovrebbe accadere al Senato il 15 marzo, quando i Cinque Stelle cercheranno di far la festa a Luca Lotti, ministro della Sport, indagato nell'ambito dell'inchiesta Consip. La discussione è stata «calendarizzata», anche se sulla data lo scontro è rimasto acceso fino a sera. Con i grillini in pressing nella conferenza dei capigruppo al Senato, dove sono riusciti a ottenere una data.

Si dovrebbe partire tra un settimana, prima al Senato, «previa intesa con la Camera». Una clausola che ha fatto scattare la replica pentastellata: «Non era mai successo, usano un cavillo per non votare». Ritardare il voto, sarebbe questo l'obiettivo del Pd, nella speranza (o forse nell'attesa) che la posizione del ministro Lotti venga archiviata. Niente da fare, contromossa grillina: ritirata la mozione alla Camera, l'intesa tra deputati e senatori non serve più.

Dunque si voterà al Senato, dove la maggioranza di governo non sembra in bilico, malgrado le mille turbolenze. I numeri, ricordava Gasparri, scaricano la pistola: «Si sta parlando del nulla. Quelli che non voterebbero comunque la sfiducia al ministro Lotti al Senato sono 16 senatori di Ala, 27 alfaniani, 99 rimasti nel Pd dopo la scissione, una ventina del gruppo delle Autonomie e più di 15 del gruppo Misto. In Gal poi c'è addirittura una sottosegretaria del governo e qualche altro che vota abitualmente la fiducia. Si arriva quindi a un totale che supera i 180 senatori». Non importa, replica Danilo Toninelli, deputato Cinque Stelle: «Fossimo in un Paese normale la mozione passerebbe al 100%. Siccome i vecchi partiti hanno trasformato l'Italia nel Paese degli inciuci è difficile che ciò accada. Ma questo non cambia di una virgola la doverosità della nostra mozione».

Chi invece sembra deciso a votare la sfiducia? Trentacinque senatori del Movimento Cinque Stelle, 12 leghisti, 8 di Sinistra Italiana e almeno 5 ex grillini. Stop, perché come ha già spiegato Silvio Berlusconi, Forza Italia mantiene la «linea del garantismo» e i suoi 42 senatori non voteranno la sfiducia. Non servirà un altro scudo (anti)stellare, qualcosa di simile a un Patto del Nazareno bis? Forse no, manca l'arma carica. E la roulette rossa, quella dei «compagni» appena usciti dal Pd sembra caricata a salve. Dopo l'ennesima riunione i 14 senatori di Dp fanno sapere che «non voteranno la sfiducia, ma chiederanno a Lotti di dimettersi».

Bang, è l'ultima sparata di giornata.

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