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Sentenze pilotate, arrestata ex toga

Nei guai giudice amministrativo. Renzi lo voleva al Consiglio di Stato

Sentenze pilotate, arrestata ex toga

Roma Era tanto bravo e tanto giovane che la stessa Presidenza del Consiglio (nel 2016 a gestione renziana) lo aveva indicato come per il Consiglio di Stato (nel ristretto numero di giudici di nomina governativa). E siccome era bipartisan alle Comunali di qualche settimana fa, a Catania, si è candidato per la Lega, con Noi con Salvini. La parabola che sembrava tutta in ascesa si è invece bloccata all'improvviso per Giuseppe Mineo. A Palazzo Spada non è mai arrivato. Come membro del Consiglio di giustizia amministrativa (che in Sicilia ha lo stesso ruolo del massimo grado di giustizia amministrativa) era troppo lento nel depositare le sentenze. Attualmente l'ex giudice è consulente per il Comune di Vittoria. Ma i fatti per cui è stato arrestato ieri si riferiscono appunto alla sua attività di giudice amministrativo. A fermarlo per corruzione sono stati i finanzieri di Messina. Ai domiciliari invece è finito Alessandro Ferraro, stretto collaboratore dell'avvocato Piero Amara e Giuseppe Calafiore.

La vicenda dell'arresto di Mineo è legata all'inchiesta «Sistema Siracusa» diretta dalla Procura di Messina che già nel febbraio scorso ha portato all'arresto dei componenti di un cosiddetto «comitato d'affari» (13 persone) in grado di condizionare il buon andamento della gestione della giustizia a Siracusa e provincia. Mineo, in particolare, in servizio presso il Cga della Regione Siciliana, si sarebbe adoperato per far avere una sentenza a favore di due imprese riconducibili ai due legali nell'ambito di altrettanti contenziosi amministrativi instaurati rispettivamente contro il Comune e la Sovrintendenza ai beni culturali di Siracusa. A rivelare il fatto sono stati proprio Amara e Calafiore durante gli interrogatori. Mineo avrebbe rivelato ai due avvocati notizie riguardanti le camere di consiglio e coperte da segreto d'ufficio. In cambio di questi favori il giudice i due legali, grazie all'intermediazione del loro collaboratore Ferraro, hanno versato una somma di circa 115mila euro a beneficio di Giuseppe Drago, ex Presidente della Regione Siciliana e senatore Udc, morto nel 2016 e, all'epoca dei fatti, molto amico di Mineo.

Gli accertamenti svolti hanno consentito di evidenziare che i soldi erano stati versati da una società riconducibile ad Amara e Calafiore su un conto maltese intestato a Ferrare a beneficio di Drago. DA

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