Politica

Sequestrato un operaio da uno straniero «È armato»

Antonio Borrelli

Brescia Un sequestro di colleghi, per motivi passionali, avvenuto sullo sfondo dell'azienda in cui tutte le quattro persone coinvolte lavoravano. È una storia dai contorni ancora poco chiari quella che arriva da Brescia, dove nella notte tra martedì e mercoledì un uomo, marocchino, operaio nello stabilimento Saf per la produzione di acciai e metalli, ha rapito due suoi colleghi. Il pluri-sequestro di persona si consuma al termine del turno di lavoro delle vittime. Il rapitore nordafricano - con ogni probabilità armato - minaccia i due, ma soltanto in un secondo momento libera il primo dei due operai, decidendo di fuggire con la vera vittima del proprio raptus.

Secondo la ricostruzione del Giornale di Brescia la persona rapita sarebbe l'operaio bresciano 45enne Mirko Giacomini, che avrebbe una relazione con l'ex compagna del sequestratore e dipendente nella stessa azienda. Sarebbe stato proprio questo il motivo che avrebbe spinto Haida Abdelouahed. Non appena liberato, è stato proprio il collega sfuggito al sequestro a dare l'allarme ai carabinieri, che a partire dalla notte stessa hanno cominciato a setacciare tutta l'area dei boschi intorno a Gavardo, piccolo centro della provincia che conduce al lago di Garda. Nella serata di ieri le ricerche si erano concentrate nei pressi di un santuario locale, dando però ancora esito negativo. La donna, anch'essa operata alla Saf e compagna di Giacomini, sembrerebbe invece al sicuro, protetta dalle forze dell'ordine. I due colleghi sarebbero invece scomparsi nel nulla: Addelouahed avrebbe fatto perdere completamente le proprie tracce, mentre le ricerche proseguono a tappeto e sono state allargate a tutta la regione. Sin dalla diffusione della notizia, nella tarda serata di ieri le comunità locali del Bresciano sono rimaste col fiato sospeso e le prime notizie sulle persone coinvolte sono rimbalzate in breve tempo da un paese all'altro. In serata, l'automobile usata per il sequestro è stata trovata dai carabinieri: abbandonata a pochi chilometri dal paese, nelle vicinanze di un bosco.

E da qui le squadre si sono mosse.

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